- Questo topic ha 44 risposte, 18 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 10 anni, 12 mesi fa da Jiraiya92.
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16 Giugno 2010 alle 18:25 #797856PadoMembro
questa non è un’opera che deve essere commentata ma contemplata
e qui hai espresso perfettamente cosa rappresenta Akira. Sono d’accordissimo, direi che è semplicemente perfetto.
17 Giugno 2010 alle 10:26 #798012shinobi91MembroHo letto il primo capitolo, e non mi è piaciuto molto…. è un capolavoro indubbiamente, ma poi migliora??
17 Giugno 2010 alle 12:12 #798034QuerionMembroHo letto il primo capitolo, e non mi è piaciuto molto…. è un capolavoro indubbiamente, ma poi migliora??
No, è semplicemente perfetto. Lo è stato, lo è e lo sarà sempre. COsi è.
Adesso si aprira la Chiesa Cattolica (ovvero Universale) di Akira e noi tutti saremo Akirani suoi seguaci.
17 Giugno 2010 alle 16:55 #798124Jiraiya92MembroHo letto il primo capitolo, e non mi è piaciuto molto…. è un capolavoro indubbiamente, ma poi migliora??
certo che migliora. il primo capitolo serve solo per introdurre la situazione generale
27 Giugno 2010 alle 11:31 #800267Jiraiya92Membroè confermato che è in produzione il live action. l’intera storia (del manga) sarà divisa in 2 film!
eccovi l’indirizzo: Akira, un live-action ad alto budget e PG-13 (anche bambini accompagnati)
24 Luglio 2011 alle 07:45 #861802EvangelionPartecipanteQualcuno sa quando la Planet Manga inizia le ristampe?
1 Marzo 2013 alle 00:30 #953689Gilles VilleneuvePartecipanteChe mito Otomo:
[SPOILER][/SPOILER]
il primo è davvero favoloso!!!
1 Marzo 2013 alle 00:32 #953692winston smithMembroChe mito Otomo:
[SPOILER][/SPOILER]
il primo è davvero favoloso!!!
Come ti è venuto di postarlo ora, Gilles? :asd:
1 Marzo 2013 alle 00:38 #953695Gilles VilleneuvePartecipante10 minuti fa ho googlato per cercare qualche immagine, ma ho dimenticato il motivo per cui l’ho fatto :rovatfl:
Il film di Akira è uno dei primi film anime che ho visto e ho una profonda venerazione verso quel capolavoro e Otomo (senza contare che è grazie a lui che ora c’è Kishi). Ogni volta penso che devo leggere il manga, ma rinvio sempre. Ho letto pochissimi manga, come del resto vedo pochi anime
Il disegno che mi ha colpito moltissimo è questo:
[SPOILER][/SPOILER]e guarda caso sono un gran fan anche di Escher
[SPOILER][/SPOILER]Tutta sta roba è off topic :asd:
1 Marzo 2013 alle 01:06 #953702winston smithMembroLa cura dei dettagli di Otomo è maniacale. Quando ho letto il manga Akira, ogniqualvolta era disegnata la panoramica della città dall’alto (ovvero molto spesso :asd:) rimanevo esterrefatto a fissare l’immagine per diversi minuti. Non oso immaginare quanto tempo abbia impiegato per disegnare ogni singola tavola dell’opera. 😀
13 Marzo 2013 alle 12:00 #955382JacopoMembroSto leggendo ora il manga.
Sono a metà della infelice edizione della glenat.
Credo che in questo mio giudizio incida molto il pessimo adattamento dei dialoghi, ma per ora non mi sono ritrovato di fronte al capolavoro che m’aspettavo (stessa pecca che hanno patito gli ultimi due lavori fantascientifici nipponici a cui mi sono approcciato: Evangleion e Ergo Proxy).Non sto dicendo che non mi piaccia, anzi, è un lavoro molto godibile, ma è troppo action.
Non riesco a confrontarmi con alcun tipo di sottotesto, ma solo con un action cyberpunk molto lineare. Una cosa che mi ha deluso parecchio a dir la verità.
Mi aveva colpito piacevolmente all’inizio, con lo start exabrupto e lo sguardo sulla gioventù trasgressiva e degradata. Purtroppo più si va avanti, più il manga procede a passi incerti sui binari del cyberpunk postapocalittico perdendo ritmo e attrattive.
Spero che nel finale si rialzi.13 Marzo 2013 alle 18:56 #955439winston smithMembroSto leggendo ora il manga.
Sono a metà della infelice edizione della glenat.
Credo che in questo mio giudizio incida molto il pessimo adattamento dei dialoghi, ma per ora non mi sono ritrovato di fronte al capolavoro che m’aspettavo (stessa pecca che hanno patito gli ultimi due lavori fantascientifici nipponici a cui mi sono approcciato: Evangleion e Ergo Proxy).Non sto dicendo che non mi piaccia, anzi, è un lavoro molto godibile, ma è troppo action.
Non riesco a confrontarmi con alcun tipo di sottotesto, ma solo con un action cyberpunk molto lineare. Una cosa che mi ha deluso parecchio a dir la verità.
Mi aveva colpito piacevolmente all’inizio, con lo start exabrupto e lo sguardo sulla gioventù trasgressiva e degradata. Purtroppo più si va avanti, più il manga procede a passi incerti sui binari del cyberpunk postapocalittico perdendo ritmo e attrattive.
Spero che nel finale si rialzi.Anche io non l’ho trovato, ad una prima lettura, un capolavoro come avevo, invece, sentito dire da altri prima di dedicarmici. Nel valutarlo con la giusta obiettività che merita, tuttavia, bisogna fare due considerazioni:
– molti dei temi caratterizzanti l’opera (partendo dal disagio sociale dei giovani per arrivare alla decadenza culturale ed economica del mondo civilizzato, passando attraverso il controverso problema della guerra e degli armamenti nucleari) sono affrontati in maniera indiretta. Otomo racconta la storia di tre ragazzi (Katsuo, Kay, Kaneda), che tocca trasversalmente argomenti delicati e maturi, ma che non vengono posti al di sopra dei protagonisti, bensì ne caratterizzano le vicende perché ineluttabili (nel senso letterale del termine: la maggior parte degli incontri fra i personaggi lungo tutto il corso della storia è frutto di pura casualità);
– il periodo storico in cui il manga viene realizzato, ovvero la parte terminale della Guerra Fredda, aveva ipnotizzato e polarizzato il mondo intero per decenni producendo, a dispetto della denominazione adottata, un caldo panico nella popolazione e un clima di odio e costante sospetto verso l’altro, verso il diverso, non indifferenti. In altri termini, Akira è un’opera figlia del suo tempo, che trova la massima espressione di sé se letta con l’assetto mentale predominante in quegli anni, perdendo, al contrario, molto del suo significato se collocata nel mondo d’oggi, in cui magari i problemi sono coincidenti (se non identici), ma vengono affrontati in maniera profondamente diversa.
Questo, quantomeno, è il ragionamento che ho fatto tempo addietro quando mi sono trovato a dover dare un giudizio su Akira. :asd:29 Aprile 2013 alle 16:44 #963932JacopoMembroNon so. Oggi ho finito Akira. Secondo me quando ci si avvicina a certi lavori v’è troppa pressione sociale, troppe aspettattive che condizionano il giudizio. Per cui alla fine non si riesce a guardare mai l’opera per quello che è e non per quello che rappresenta nell’immaginario collettivo.
Sinceramente, non m’è piaciuto. Per nulla. Innanzitutto perchè, ahimè, ho letto la prima edizione della glenàt (quella a colori) con i dialoghi tradotti davvero a cazzo di cane. Ma se questo condiziona sicuramente il mio giudizio, non influisce sulla mia comprensione generale della vicenda. L’ho trovata molto lineare, con dei protagonisti piuttosto piatti e monocromatici sia nella loro individualità che nei rapporti con gli altri. Fin troppo lento da mandar giù anche a causa (paradossalmente) delle numerosissisime sequenze d’azione che nulla aggiungono all’appetibilità del prodotto visto che raramente causano (nonostante le millemila esplosini ultragalattiche) stravolgimenti seri alle vicende dei protagonisti che ne vengon fuori sempre puliti come panni al sole.
Non essendoci stato un crescendo ovviamento non m’aspettavo un climax finale, ma non m’aspettavo neppure un finale in decrescendo e completamente insensato con i 2 maggiori antagonisti che esplodono fondamentalmente da soli per dar vita ad un improvvisa epifania spirituale (evangelionlike) che però non ritrova alcun riscontro nella altrettanto improvvisa presa di NeoTokio da parte di Kaneda e compagni (wat).Nzomm, na cacat (si dice dalle mie parti)
Credo che lo rileggerò più avanti, in inglese magari, ma dubito che migliorerà le cose. Forse sono io che non sono riuscito a cogliere ulteriori livelli di lettura, ma esattamente come per Evangeliom ( o per ErgoProxy) mi infastidiscono molto questi lavori che deragliano dai binari della narrativa per esplorare presuntuosamente i campi della filosofia, della spiritualità, della psicologia.29 Aprile 2013 alle 17:48 #963938Jiraiya92MembroNon so. Oggi ho finito Akira. Secondo me quando ci si avvicina a certi lavori v’è troppa pressione sociale, troppe aspettattive che condizionano il giudizio. Per cui alla fine non si riesce a guardare mai l’opera per quello che è e non per quello che rappresenta nell’immaginario collettivo.
Sinceramente, non m’è piaciuto. Per nulla. Innanzitutto perchè, ahimè, ho letto la prima edizione della glenàt (quella a colori) con i dialoghi tradotti davvero a cazzo di cane. Ma se questo condiziona sicuramente il mio giudizio, non influisce sulla mia comprensione generale della vicenda. L’ho trovata molto lineare, con dei protagonisti piuttosto piatti e monocromatici sia nella loro individualità che nei rapporti con gli altri. Fin troppo lento da mandar giù anche a causa (paradossalmente) delle numerosissisime sequenze d’azione che nulla aggiungono all’appetibilità del prodotto visto che raramente causano (nonostante le millemila esplosini ultragalattiche) stravolgimenti seri alle vicende dei protagonisti che ne vengon fuori sempre puliti come panni al sole.
Non essendoci stato un crescendo ovviamento non m’aspettavo un climax finale, ma non m’aspettavo neppure un finale in decrescendo e completamente insensato con i 2 maggiori antagonisti che esplodono fondamentalmente da soli per dar vita ad un improvvisa epifania spirituale (evangelionlike) che però non ritrova alcun riscontro nella altrettanto improvvisa presa di NeoTokio da parte di Kaneda e compagni (wat).Nzomm, na cacat (si dice dalle mie parti)
Credo che lo rileggerò più avanti, in inglese magari, ma dubito che migliorerà le cose. Forse sono io che non sono riuscito a cogliere ulteriori livelli di lettura, ma esattamente come per Evangeliom ( o per ErgoProxy) mi infastidiscono molto questi lavori che deragliano dai binari della narrativa per esplorare presuntuosamente i campi della filosofia, della spiritualità, della psicologia.Dissento totalmente (non mi metto a dire il “perchè” perchè altrimenti faccio un romanzo), specialmente nel discorso: una storia (o anche film. è la stessa cosa) che è tutta action e che va a mille sin dall’inizio allora non è bella.
Devo ancora capire dov’è la presuntuosità del manga nell’affrontare temi filosofici, psicologici e sociologici…
Di certo il tema affrontato ed il modo in cui è trasposto non è banale (le esplosioni e robe varie, oltre ad essere uno strumento atto ad elevare la spettacolarità, servono anche per altro, per trasmettere determinate emozioni e sensazioni, proprio come certe fotografie).
Con il mio ex professore di Filosofia (che lesse Akira tanto anni fa e che ne rimase fortemente impressionato, nonostante non sia appassionato di fumetti) passai tante ore, sia a scuola che via e-mail, a discutere del manga, dei suoi significati,ecc…
Lui riusciva a cogliere cose che io non avrei mai immaginato, e ciò testimonia come l’opera sia in ogni caso più profonda di quello che già appare ad una riflessione iniziale.
Il manga addirittura influenzò il suo pensiero in particolari aspetti e pubblicazioni.
Alla fine inserii anche la riflessione sui temi affrontati dal manga nella mia tesi sul rapporto tra scienza (e o macchine) e ambiente.29 Aprile 2013 alle 19:36 #623083JacopoMembroMah.
Dico solo che se l’80% del corposo manga è fatto di gente che corre avanti e indietro in mezzo a delle esplosioni, non è poi sto granchè.
Non ci sono pause, sospensioni, non s’approfondisce mai il sottotesto.
Non v’è un flashback decente su nessuno dei protagonisti.
Fra l’altro in molte occasioni ho trovato anche i tempi narrativi decisamente errati, con l’attenzione che si spostava freneticamente da un personaggio all’altro creando una gran confusione (anzichè un godibile cliffhanger come credo fosse nelle intenzioni dell’autore)Per quanto riguarda l’approfondimento filosofico, morale, sociologico, la mia obiezione è rivolta alle improvvise e affrettate epifanie che mi paiono sempre più esercizi d’estetica, che effettive digressioni didascaliche. In certe questioni, a meno che tu non sia un Kant, un Fuerbach, un Bergman, un Kubrik, bisogna sempre entrarci in punta di piedi. Fare piano, con calma e con intimità, come fanno Yukimura, Arakawa, taniguchi, Urasawa.
Non che s’arriva a un punto, fanno un collage cacofonico d’immagini e suoni, fanno qualche dissertazione approssimativa sull’Io, l’Universo, la Storia, e poi tiè, eccoti l’opera magna della nona arte orientale. ( faccio critiche molto simili ai vari Cohello, Murakami, Yoshimoto in ambito letterario)
Dopo di chè non nego che si possano trovare spunti di riflessione. Se abbiamo fior di critici che si sono spesi su Merda d’autore di Manzoni, si può tranquillamente imbastire qualcosa su Akira che è sicuramente un buon lavoro, solo non il capolavoro del cyberpunk nipponico che m’aspettavo (a Otomo preferisco Nihei, che comunque non ho trovato eccelso) -
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