Dylan Dog: il fenomeno – Almanacco della paura

di IORI_17 Commenta

Anche questa settimana presentiamo una delle edizioni speciali legate a Dylan Dog, parleremo infatti de “L’almanacco della paura”. Il primo numero di questa serie è uscito nel marzo del 1991, ed ha mantenuto una cadenza annuale fino ad arrivare alla ventunesima uscita, disponibile da questo aprile. Ciò che contraddistingue questa pubblicazione da tutte le altre è il fatto che oltre alla classica storia inedita da quasi 100 pagine è presente una rubrica riguardante tutto ciò che ha trattato i temi dell’horror e del macabro durante l’anno, dal cinema ai libri, passando per i videogiochi e i fumetti, oltretutto dal 2007 le pagine riservate alla rubrica sono state stampate a colori.

 Come in tutte le pubblicazioni legate all’indagatore dell’incubo gli autori che si sono avvicendati su queste pagine sono diversi: Tiziano Sclavi primo su tutti che si è occupato delle storie fino al 4° numero, lasciando poi il compito a Medda, Chiaverotti, Mignacco, Ruju, De Nardo, Barbato, Wood, Marzano, Accatino e l’ultimo arrivato Gualdoni. Dei disegni se ne sono invece occupati nell’arco degli anni Pennacchioli, Roi, Picatto, Cossu, Siniscalchi, Montanari & Grassani, Rinaldi, Freghieri, Mandrafina, Mari e Casertano, l’unico nome che invece figura tra gli autori di tutte le uscite di quest’edizione è quello di Angelo Stano, illustratore delle copertine.

Le storie raccontate in queste pagine sono sempre state particolari e ben articolate, come “Il diavolo della bottiglia” (quarto numero) dove un demone rinchiuso in una bottiglia esaudisce ogni desiderio di chi entra in possesso della sua gabbia, ma lo fa a modo suo, prendendosi in cambio l’anima di chi “aiuta”, o “La strada per Babenco” (quindicesimo numero) dove il nostro eroe dovrà fare i conti con uno psicopatico che cerca di tornare a Babenco, una città in stile Far West che ha inventato lui stesso, uccidendo chiunque gli si opponga.

 Anche questa serie non è esente da particolarità: i numeri 1, 2 e 4 sono stati gli unici a contenere due storie anzichè una, i primi tre numeri sul dorso del fumetto riportano il titolo “Il primo almanacco della paura” (o “secondo” e “terzo”) a differenza dei successivi in cui troviamo “Almanacco della paura” seguito dall’anno di pubblicazione. Dal 2006 tra i crediti di copertina viene ripetuto lo stesso errore indicando la pubblicazione come bimestrale quando in realtà è annuale. Negli anni il prezzo è aumentato (probabilmente legato al passaggio dalla lira all’euro), passando dalle iniziali 6’000 Lire agli attuali 5,70€, giustificati anche da più di 80 pagine a colori. Naturalmente nella vetrina dei fan non può mancare quest’edizione, seppur i primi numeri siano diventati abbastanza rari sul mercato.

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