Il terremoto visto con gli occhi di due genitori

di tappoxxl Commenta


 

Il terremoto che ha colpito il Giappone l’11 marzo scorso è stato devastante. Ha prodotto danni ingenti e uno tsunami che ha spazzato via interi villaggi. Molte persone sono rimaste senza casa e, a causa della forte scossa, alcune centrali nucleari, ma soprattutto quella di Fukushima, hanno riportato alcuni danni ai reattori. La perdita di radiazioni a Fukushima è enorme ed ogni giorno aumentano le segnalazioni per carne radioattiva e acque inquinate. Il mare vicino a Fukushima è sempre più contaminato, i terreni attorno alla centrale non saranno più coltivabili per anni e la popolazione residente nelle vicinanze dei reattori danneggiati rischia la vita ogni giorno che passa. È strano vedere come i giapponesi stiano continuando a vivere senza problemi apparenti. I terremoti agitano le loto vite da sempre e i nipponici hanno ormai imparato a conviverci senza troppi problemi. Ma non ci sono solo giapponesi in Giappone. Molti stranieri hanno deciso di trasferirsi in questo meraviglioso paese. E molti di loro non sono poi così abituati alle forti scosse di terremoto. Molti stranieri si sono fatti una famiglia in Giappone, ma per colpa del terremoto ora hanno paura per la salute dei propri figli. La fuga radioattiva pare sempre più allargata e le scosse continuano. Quindi molti di loro hanno deciso di tornare nei paesi nativi per delle “vacanze” dalla propria casa. Ecco una testimonianza di una coppia che vive a Tokyo. Padre italiano, Sebastiano e mamma giapponese, Rumi. I due hanno raccontato ai giornali la loro esperienza durante la scossa di terremoto e di come hanno deciso di comportarsi per il bene dei loro due figli, Chiara Luna e Arthur. Ecco le parole di Sebastiano: “Eravamo con i bambini in visita a Tokyo Disneyland, quando la terra ha cominciato a tremare. Poco prima ci eravamo separati: io e Chiara Luna facevamo la fila per entrare nella giostra di Biancaneve, mentre Rumi passeggiava con Arthur. S’è capito subito che non era uno dei soliti terremoti, frequenti ma innocui, che la situazione era grave. Per fortuna la bimba non si è spaventata. A scuola le avevano spiegato come comportarsi in questi casi. Ci siamo seduti a terra in attesa che tutto intorno a noi smettesse di ballare“.

I metodi con cui affrontare un terremoto vengono insegnati ai bambini sin dai primi anni di scuola, per evitare così di farli crescere nell’ignoranza per un fenomeno che invece si presenta molto spesso sul territorio giapponese. Ed ecco la testimonianza della madre, Rumi: “Stentavo a rimanere in piedi. Ho provato a chiamare Sebastiano col cellulare, ma le comunicazioni erano saltate. Ci siamo diretti verso la giostra, sperando di incontrarli lì, ma loro si erano incamminati verso l’uscita. Abbiamo impiegato 3 ore prima di ritrovarci tutti insieme“.

Nonostante la grande preparazione dei giapponesi difronte a questi grandi eventi sismici, le comunicazioni interrotte hanno generato alcuni disagi alle famiglie e a tutti i residenti nelle zone colpite.

Sebastiano continua il suo racconto, ricordando che: “Una volta tutti insieme, abbiamo preso l’auto per tornare verso casa, ma la strada era bloccata. Abbiamo impiegato più di 9 ore per fare 30 chilometri“. Poi, la coppia ha scoperto della contaminazione da radiazioni che si stava diffondendo per il paese ed ha deciso di venire in Italia per una vacanza lontano dai pericoli radioattivi.

Abbiamo riempito la valigia più grande con tutto quello che poteva servirci e abbiamo preso il treno per Osaka, per allontanarci dal rischio delle radiazioni e avvicinarci all’aeroporto, in attesa di un volo per l’Italia. E’ stato brutto dover partire in queste condizioni, ma quello che conta più di tutto è la sicurezza dei nostri figli“. Queste le parole finali di Sebastiano che ci ricorda che per un genitore non esiste altro se non la sicurezza dei propri figli.

 

[fonte – Nippolandia]

 

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