Yuto Nagatomo prima del successo

di Redazione 3

Yuto Nagatomo, che per chi non sapesse è l’ultimo giocatore approdato nella schiera interista, è un personaggio molto simpatico che oltretutto ha il primato di essere il primo giocatore giapponese che veste la maglia nero-azzurra. Nella nazionale giapponese ha vinto di recente, assieme al nostrano CT Zaccheroni la coppa Asia 2011. Se c’è una premessa da fare è proprio che mi piace il calcio, mi piace guardarlo e giocarlo ma le discussioni infinite post-partita mi annoiano e infastidiscono quindi state tranquilli che non tratteremo queste tematiche. Ciò di cui parleremo è il dietro le quinte della vita di questo giocatore, parlando dei suoi inizi che non furono per nulla come ci si aspetterebbe da un atleta di serie A.

Il sogno di Nagatomo, come quello di tanti altri ragazzi nel mondo parte nell’infanzia, un bambino, un campetto di calcio ed alcuni amici. Il primo tentativo avvenne alle scuole medie quando provò ad entrare nel team giovanile del proprio istituto, il risultato fu deludente, il giovane Yuto venne respinto venendo classificato “mediocre” dai selezionatori. Ma Nagatomo non pensava solo allo sport, si impegnava duramente durante le lezioni e più tardi riuscì ad iscriversi all’università Meiji. Come si vede in vari film o telefilm americani spesso gli sportivi riescono ad entrare nelle università grazie al loro rendimento sportivo piuttosto che al merito scolastico, non fu il suo caso. Egli riuscì ad accedervi grazie alla buona media dei suoi voti.

La sfortuna lo accompagnò anche durante quegli anni, a causa di problemi di salute non poté sperare di ottenere un posto in squadra, ma spinto dalla sua passione per il calcio diventò presto uno dei più spiccati membri del gruppo d’incoraggiamento, l’ouendan.

Nagatomo col suo tamburo nell'ouendan

È interessante spiegare questo aspetto: l’ouendan è un gruppo di tifosi che spesso viene malamente associato ai gruppi americani tipo cheer leaders e ragazze pom-pom. In realtà questi gruppi hanno una preparazione molto dura alle spalle che permette loro, durante l’incontro sportivo di mantenere il grado di incitamento sempre alto, soffrendo in qualche modo sforzo fisico come i giocatori in campo. Nel caso di Nagatomo lo sforzo avveniva nelle braccia, era infatti il suonatore del tamburo della propria squadra e grazie alla sua tenacia e ritmicità era molto conosciuto nell’ambiente tant’è che gli era stato chiesto di suonare per i Kashima, una squadra professionale.

Le sue aspettative in quel periodo era semplicemente di concludere gli studi ed iniziare a lavorare come impiegato.

Più tardi, come in una bella storia cinematografica, la vita lo premiò per tutta quella passione e dedizione che aveva dimostrato.

Video di un giovane Nagatomo

[youtube liY5GutP5Hg]

[via|grandebanzai]

Commenti (3)

  1. Grande il nostro Samurai!!!!!!!!!! 🙂

  2. Gi� nei mondiali Caressa fece notare come questo terzino giapponese fosse il Dottor Nagatomo…
    Pensare ad un calciatore giapponese che abbia avuto il tempo e l’impegno di laurearsi in una universit� giapponese (che, inutile dirlo, non � certo cosa da poco) assieme a quello di svolgere questa attivit� ed arrivar non solo a vestire la maglia della nazionale ma anche di giocare in una delle squadre pi� forti del mondo del campionato italiano fa quasi rabbrividire, tenendo conto anche del fatto che la bassezza non lo ha aiutato affatto, al contrario dei suoi colleghi Tulio e Honda, ad esempio.

  3. � stato bello vederlo svolazzare sulla fascia del mio Cesena per qualche mese….buona fortuna Yuto…ti ricorder� sulla fascia sinistra del Manuzzi!!!

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