Maurizio Silvestri diventa il patriarca del Ju-Jitsu

di tappoxxl 3


Non credo sia stato facile per Maurizio Silvestri raggiungere un simile titolo. Perché l’italiano, dopo ben 40 anni di studi e di allenamenti, è diventato il primo patriarca occidentale del ju-jitsu giapponese, nella linea temporale della scuola che gli ha donato un simile titolo invece, è il diciannovesimo detentore del titolo di patriarca. La cerimonia si è tenuta al Festival delle arti marziali di Kyoto, dove l’italiano ha ricevuto in dono il titolo onorifico di “omoiyari”, ovvero “italiano col cuore giapponese”. Ma oltre a questa grande onorificenza, l’italiano ha ricevuto in dono anche le pergamene contenenti i segreti della scuola di ju-jitsu maturati nel corso di più di 300 anni. Questi “makimono” sono tesori più preziosi dell’oro stesso per i fondatori e per i rappresentanti della famosa scuola di arti marziali “Yamato Yoshin ryu ju-jitsu”. Durante la solenne cerimonia, l’italiano ha ricevuto anche il titolo di “menkyo kaiden”, il più alto livello di conoscenza raggiungibile nel ju-jitsu. Per Silvestri, questo titolo rappresenta la coronazione di una carriera lunghissima, tutta dedicata all’insegnamento e allo studio delle arti marziali(difatti Silvestri pratica e insegna anche il Judo e il Krav Maga) e del ju-jitsu in particolare. La scuola che gli ha concesso questo onore, fa risalire il suo stile al lontano XVII secolo dopo cristo. Fino ad alcuni anni fa, la scuola non insegnava le sue arti al di fuori del Giappone, ma, grazie al diciassettesimo patriarca, Saburo Minaki, le loro arti segrete sono state esportate in tutto il mondo, permettendo così che si raggiungesse un traguardo storico nell’universo del ju-jitsu.

Silvestri ha dovuto affrontare le critiche di molti maestri giapponesi. La paura principale di molti, era il rischio che le tecniche della Yamato, potessero venire influenzate dalle altre arti marziali conosciute da Maurizio Silvestri. Dovete sapere che la Yamato Yoshin ryu ju-jitsu è una scuola molto antica e non ha mai subito influenze esterne nei suoi metodi di insegnamento, quindi le loro tecniche sono rimaste le stesse che venivano insegnate ai samurai. Perciò, l’elezione di un occidentale, avrebbe potuto portare confusione nello stile antico della Yamato. Ma, a quanto pare, il diciottesimo patriarca, Kazuhiro Kitada, ha deciso di affidare il compito di portare avanti i suoi insegnamenti proprio ad un “omoiyari”, un italiano con il cuore giapponese. In queste decisioni è forse il cuore che deve vincere sul cervello.

 

[fonte – OgniSette]

Commenti (3)

  1. wooooow :shocked:

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