Ano hana – Recensione Komixjam

di Regola Commenta

Il sabato noi di Komixjam trattiamo le serie in corso.. questo fine settimana andrà diversamente poichè ho deciso che avevo voglia di cambiare, trattare qualcosa di recente ma non troppo, al solo scopo di consigliarlo per coloro che non l’hanno ancora vista e ricordarlo a coloro che già la conoscono… ammetto che pensare a qualcuno che non conosce ancora Ano hi mita hana no namae wo bokutachi wa mada shiranai (traducibile come “Ancora non conosciamo il nome del fiore che abbiamo visto quel giorno da bambini”, in breve Ano hana) mi faccia uno strano effetto poichè la serie, uscita più o meno in Giappone due anni fa è stata acquistata e adattata dalla Dynit nel 2012 e trasmessa su Rai4. La celerità con cui si sono procurati il titolo è un’ulteriore garanzia della qualità del prodotto in questione. Lo studio coinvolto nella produzione è l’A-1 Pictures, che è quasi sempre sinonimo di qualità (Fairy Tail, Sword Art Online, The Idolm@ster, Tsuritama).

Protagonisti della vicenda sono cinque liceali che da bambini erano soliti giocare insieme, persisi di vista col tempo… forse a causa degli impegni scolastici, problemi famigliari o peculiari scelte di vita come ciascuno di essi vorrebbe credere: in realtà la frattura della loro amicizia venne causata dalla scomparsa della piccola Meiko, o come la chiamavano “Menma”, in seguito a un tragico incidente. Un giorno poi, Jinta, che da piccolo era il capo di quella brigata che i bimbi formavano, inizia a vedere il fantasma di Menma, e lentamente il gruppo di amici sembra quasi riunirsi, non senza iniziale scetticismo, intorno alla loro piccola amica defunta. La piccola Menma è tornata per esaudire un certo desiderio, che tuttavia non ricorda, ma la sua presenza sarà la catalisi di rivelazioni e di cambiamenti fin’ora ostacolati dall’abitudine degli adulti di rendere tutto più complicato.

Quello che vi troverete davanti in questi undici episodi potrebbero sembrare i tentativi di cinque ragazzi e un fantasma di recuperare un passato ormai lontano e di terminare quello che era stato lasciato completato solo a metà, ma non so quanti di voi potrebbero essere d’accordo con una mia più commovente interpretazione. Menma è un dono del cielo, c’è un desiderio da esaudire ma c’è soprattutto bisogno di dare una spinta a questi cinque ragazzi e fargli affrontare il lutto, la disperazione e i sensi di colpa che per anni hanno trattenuto e evitato di sfogare, e che li tengono intrappolati e incapaci di guardare avanti. Ano hana è quell’anime che, in senso buono, ogni volta mi fa salire il groppo alla gola: nella sua estrema semplicità è uno degli anime più commoventi che abbia mai visto, in cui la tristezza non viene messa da parte ma accettata con un sorriso e resa parte integrante della vita.

Dal punto di vista tecnico siamo di fronte a un anime dei meglio curati degli ultimi anni, con uno staff di doppiatori di tutto rispetto sia per la versione italiana che quella giapponese… soprattutto per quella nipponica, in cui ogni personaggio tranne Menma ha ben due doppiatori: uno per la sua versione adolescente e uno per la versione da bambino. Una regia curata al punto tale che in alcuni episodi venivano affiancati altri registi come supporto a Tatsuyuki Nagai (che ha diretto anche Toradora… costui dovrebbe lavorare di più) che comunque supervisionava la serie; che dire, sostanzialmente uno di quei lavori che se ne vedono uno, forse due, l’anno. Quindi fate come il sottoscritto che vi saluta alla sua maniera, intrappolato tra un inguardabile e una serie in corso ma comunque in grado di trovare spazio per rivedere l’ennesima volta questa serie e commuoversi come fosse la prima.

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