Shinsekai Yori – Recensione Anime

di Regola Commenta

L’adolescenza è quel periodo della vita in cui la percezione del mondo si espande, in cui si comincia a conoscerlo e percepirlo per come realmente esso è per la prima volta con una connotazione personale non più filtrata da uno schermo protettivo, alzato dalle figure parentali. Esplorando il mondo si possono trovare centinaia di cose meravigliose: a partire dagli amici e dalle avventure che quotidianamente si vivranno insieme a loro, a tutte quelle meraviglie che aspettano soltanto di essere scoperte e catturate. Il mondo in cui Saki vive è pieno di queste meraviglie, non soli bellissimi paesaggi, ma anche creature e piante fantastiche che sembrano uscite da un racconto di fantasia, ma ogni favola per esser tale deve assolutamente mantenere la più vitale delle sue caratteristiche: non deve essere mai reale. Nel momento in cui quelle creature che vivono soltanto nei racconti e nei sogni entrano a far parte della realtà esse si mostrano nel modo più feroce e crudele, strappando via con denti e artigli quella tela che, fino a qualche attimo fa, edulcorava il creato.

 

Con queste poche parole penso di avervi sintetizzato, e dato una vivida impressione di quanto ho pensato visionando Shinsekai Yori…certo, ho pensato anche altre cose, ma per parlarvene ho deciso di aprire dandovene subito un’impressione “forte”. Ad essere sinceri sono ancora all’ottavo episodio dei tredici fin’ora usciti, ma come sapete le serie da leggere e vedere sono sempre tante e la mia giornata non è di trentasei ore. Questo anime, della stagione autunnale, prodotto dallo studio A-1 Pictures, ci accompagnerà anche in quella invernale visti i venticinque episodi annunciati (solitamente la stagione in corso è quella di punta e come avrete notato sono diverse le serie che dureranno sei mesi).

 

Analizziamola ora attentamente…vi preannuncio che in diversi momenti la serie mi ha fatto aggrottare le sopracciglia: svariati sono i motivi, tra cui lo sviluppo spesso troppo lento (fino al quarto episodio non si ha una chiara idea nemmeno della trama di base), la presenza di troppi elementi utili alla narrazione che sul momento però, appaiono come poco inerenti, e alcune pecche nella realizzazione tecnica (di cui vi parlerò più avanti). La trama di Shinsekai Yori è tanto semplice quanto complessa a momenti ma comunque è riuscita a stupirmi per la quantità di elementi inseriti nella serie, e per come alcuni di questi elementi sono stati trattati; è un lavoro per un pubblico maturo, e per maturo non intendo “adulto”, sia chiaro. Le storia viene raccontata attraverso svariate immagini per essere poi spiegata, a parole, più avanti (quarto episodio): in tempi che sembrano i nostri, alcuni esseri umani hanno sviluppato la Psicocinesi, e un uso incontrollato di essa soprattutto per aggredire altre persone, ha causato una sostanziale riduzione della popolazione mondiale e quello che definirei un nuovo Medioevo. Sono passati mille anni dal conflitto che ha devastato il genere umano, e grazie all’operato di alcune persone la società umana ha potuto ricostitursi, con nuove leggi e regole, in quella che viene definita un’Utopia in terra. In questo mondo i bambini studiano come usare in maniera costruttiva la Psicocinesi, in apposite scuole, e vengono indottrinati a un suo corretto uso, tutto allo scopo di prevenire di nuovo una tragedia che non ha profondamente ferito solo la nostra razza, ma anche l’ecosistema terrestre, arrivando anche a modificare il concetto di evoluzione come illustrato da Darwin.

 

Poi un giorno, mossi dalla curiosità e dal desiderio di avventura, Saki e i suoi amici (Shun, Satoshi, Maria e Mamoru) vengono a conoscenza della terribile realtà, e per loro il mondo non è più lo stesso. Utopia è stata costruita e progettata per evitare lo sviluppo comportamenti aggressivi nelle persone: questo non solo tramite dell’acquisizione di norme regolatrici e valori quali amicizia e concordia ma anche attraverso l’alterazione del genoma umano. Perchè è impossibile rimuovere completamente attraverso l’educazione l’aggressività dalle persone. Qualunque mezzo è buono per salvare il genere umano, e per questo stress e aggressività vengono veicolati e sfogati attraverso altri metodi, anche attraverso il sesso (come accade tra le scimmie bonobo) sia esso etero che omosessuale… e così via. Capite bene quanto me, che a questo punto ci si potrebbe perdere in analisi delle inferenze sociologiche e psicologiche di quanto viene narrato in questa storia, ma non è questa la sede adatta. Certo è che gli elementi di riflessione nella serie sono svariati.

 

Come dire: mai giudicare il libro dalla copertina, perchè potrebbe rivelare contenuti inaspettati.

Per quanto concerne la realizzazione tecnica devo ancora capire se alcuni elementi siano voluti o semplicemente delle sviste: dal punto di vista tecnico la serie presenta in certi momenti degli standard di qualità veramente alti, in altri tremendamente bassi. Gli ambienti, i paesaggi, e tanti piccoli dettagli sono di primissima qualità, è facilissimo immergersi nelle atmosfere che episodio in episodio vengono presentate. Anche lo stile dei vestiti e degli strumenti che le persone usano è allo stesso tempo antiquato e moderno: come se il Giappone fosse tornato nel Medioevo ma non avesse dimenticato come sono fatte le divise scolastiche, per intenderci. Per quanto riguarda il livello tecnologico di questa “Utopia” invece mi ha dato l’impressione di essere sviluppata dal punto di vista teorico, ma non da quello pratico: questo probabilmente perchè la Psicocinesi che tutti oramai padroneggiano è molto più utile di qualunque strumento. Anche perchè, per certi versi, alcuni degli strumenti più evoluti che come esseri umani abbiamo prodotto sono armi. Come dicevo però vi sono delle pecche dal punto di vista tecnico: non sono sicurissimo di volerle definire tali, ma in certi episodi ho notato imperfezioni nei dettagli e nel come i personaggi venivano disegnati che mi hanno riportato negli anni 80. In altri episodi la dinamica delle azioni che i personaggi compiono è poco chiara, fatto probabilmente voluto dal desiderio del regista di comunicare allo spettatore l’agitazione dei protagonisti in quei momenti, ma per quanto mi riguarda sono rimasto solamente frustrato dal non aver capito bene quali movimenti siano stati realmente compiuti (mi riferisco ad alcune scene viste tra il quarto e il settimo episodio). A volte poi, la computer grafica troppo geometricamente perfetta si insinua nelle animazioni stonando pesantemente con quello che è lo stile in generale della serie.

 

La colonna sonora, invece, è qualcosa di trascendentale. Tutte le musiche, e la tempistica con cui vengono inserite, aggiungono un tocco realmente evocativo alla serie. Mi capita spesso di parlare delle musiche, come alcuni di voi avranno notato, perchè è un elemento che considero di grande importanza, e quando mi accorgo di essere di fronte a una serie realizzata con cura e perfezionismo da questo punto di vista non posso che farlo notare. Dubito infatti, che molte scene avrebbero lo stesso pathos senza le musiche di Shigeo Komori, per questo ve ne lascio un esempio.

[youtube Qt4Je7JHWTE]

Eppure, se mi è concesso chiudere con una mia personale opinione, la serie nel suo complesso non mi piace…. ma ne riconosco le potenzialità, è sicuramente un lavoro che merita uno sguardo, se non altro perchè prima del settimo episodio non avevo alcuna idea di come parlarvene, sebbene, di solito, con tre episodi sia già in grado di presentarvi un anime. Beh, in ogni caso buona visione!

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