Komixjam intervista Gabriele Dell’Otto (prima parte)

di bila 11

Komixjam è lieta di presentarvi un’intervista (divisa in due parti per agevolarne la lettura e la visione) fatta a Gabriele Dell’Otto qualche mese fa.

Prima di cominciare vorrei ringraziare di cuore Gabriele, che si è rivelato essere una persona davvero piacevole e spontanea, per aver accettato di sottoporsi a quest’intervista. Un altro “grazie” va alla Star Shop di Perugia, senza la quale non avremmo avuto modo di condurre quest’intervista; la fumetteria perugina ci (e soprattutto “mi”) ha regalato un’altra grande opportunità, dopo quella con David Lloyd lo scorso inverno meritandosi un grazie da tutta la nostra community. Grazie anche alle incomparabili dipendenti della Star Shop e ad Andrea Mazzotta.

Ma ora basta ringraziamenti e godetevi l’intervista.

Bila: Se ti dicessi questa frase, sapresti dirmi chi te l’ha detta? “Più guardo i tuoi lavori e più mi vengono in mente cose che potrei farti fare….”

Gabriele Dell’Otto: Non me lo scorderò per tutta la vita, è passata agli annali. E’ stato M.M. Lupoi, la prima volta che portai i miei lavori ad expo cartoon… e soprattutto perché gli portai tutti lavori di Batman. È stato lungimirante a darmi la possibilità di farmi fare lavori diversi. Ora vi racconto un aneddoto interessante, mi disse: “mandami una copia del Portfolio”. Dovete sapere che all’epoca non c’era internet, non c’erano email, non c’era niente… che devo farci, sono vecchio – ride Gabriele – c’era il fax, ma io, il fax, non ce l’avevo, quindi preparai un bel plico di fotocopie a colori e lo mandai in Panini. Dopo una settimana senza risposte pensai: “Carriera lampo; però, dato che gentilmente, Marco mi aveva lasciato il suo numero chiamai la redazione. Mi risposero dicendomi che Marco era fuori. Sinceramente ho pensato fosse la classica frase di circostanza, mentre magari lui era lì vicino. In realtà lui era veramente fuori ufficio, era successo che avevano preso il plico e lo avevano messo tra la posta scartata. Quando sentii Marco, mi disse che avrebbe controllato e, per fortuna, trovò il mio plico. Questa è la storia… me la ricorderò tutta la vita.

B: Batman e Wolverine, cosa ti viene in mente se nomino questi due supereroi?

GDO: “Batman e Wolverine… ah…” – sospira – “in realtà l’unica cosa che mi viene in mente è che Wolverine, non me ne voglia, è stato un surrogato di Batman sin dall’inizio. In realtà ho conosciuto Wolverine tardissimo, come gli X-men del resto. Ho sempre letto, sin da bambino, le edizioni Corno di mio padre e, in quelle, gli x-men non ci sono. Quindi, in realtà, quando andai da Marco mi disse: “Belle queste tavole di Batman, ma che ne dici di disegnarmi qualcosa di Marvel?”; così cominciai a scartabellare tutti gli archivi Marvel in giro e quando vidi Wolverine pensai: “ah, però, praticamente è Batman senza il mantello; le orecchie ce l’aveva, il carattere… il brutto carattere, anche”. In realtà, a parte il potere rigenerante era un super eroe un po’ come Batman, un super eroe che ho sempre amato, soprattutto quando non indossava il costume. Sai… essendo figlio dei fumetti anni ’90 (inteso come periodo in cui iniziai a comprarli da solo), trovai quel qualcosa che mi fece scattare la molla quando presi in mano il volume Meltdown di Jon J. Muth e Kent Williams. Fu lì che pensai: “magari voglio fare questo nella vita”;  è stato un fulmine a ciel sereno, da allora iniziai a cercare di riuscire a fare ciò che avevano fatto loro, cioè dipingere fumetti

B: Qualche anno fa hai detto che il supereroe «che ci piace leggere sui fumetti, guardare al cinema o giocare nei games è il nostro super io riflesso e rivolto a un mondo che vorremmo idealmente toccare, ma che purtroppo non esiste!»…hai detto anche che che Batman e Wolverine sono dei “Bad Ass”. Quindi, in un certo senso, anche tu ti vedi così?

GDO: “Ehh… certo, è il tipico super io che non si può sviluppare nella realtà e che, quindi, cerca una forma alternativa… come quando giochi di ruolo, ci tengo a dire che non l’ho mai fatto… e se l’ho fatto, qui lo dico e lo nego – a stento trattiene una risata – nessuno mi voleva in squadra perché, fondamentalmente invece di giocare disegnavo. Del tipo che, quando succedeva una cosa, pensavo: “però, sarebbe bello visualizzare la scena”, quindi in realtà gli altri cominciavano a tirare i dadi al posto mio. In queste occasioni, in pratica, il mio personaggio era sempre un tizio altissimo, grosso e che non parlava mai, ma qualsiasi cosa gli dicevi: ti menava. Fondamentalmente tutto il contrario di quello che sono io. È un po’ lo sfogo degli adolescenti che leggono fumetti… un po’ la storia di Kickass no?! Un po’ un riscatto… però alla fine io dico sempre: Meglio NERD CHE DROGATI

B: Batman, Woverine e Hellboy, tre  personaggi che ti piacciono molto. Escluso, per ovvietà, hellboy, anche l’uomo pipistrello e Logan hanno nella loro storia almeno un capitolo firmato Mike Mignola. Tu per ora sei a 2 su 3, quindi ti chiedo: hai mai pensato di poter fare, un giorno, una tua versione del Bestione rosso? Te lo dico perché, a parte le tue indubbie capacità, ho avuto la fortuna di vedere, nel web svariati disegni dell’agente della Bprd fatti da te e, devo ammettere, da ammiratore di Hellboy ne sono rimasto entusiasmato.

GDO: Già fatto… però non è mai stato pubblicato. In realtà io ho una storia preparata per Weird Tales, – (una raccolta di storie di Hellboy ricca di special guest) –  una short story di 15 pagine che in realtà è rimasta solo su carta, all’infuori dei pochi schizzi che sono stati realizzati perché, fondamentalmente, non ce n’è mai stata l’occasione… poi chissà un giorno…”

B: Mi è piaciuta molto una tua dichiarazione di qualche anno fa, durante un’intervista, hai detto: «Il fumetto è arte! Ha lo stesso ruolo pedagogico della pittura, della scultura e della musica. A Caravaggio per esempio avrei fatto disegnare Batman, o anche Hellboy, perché era moderno in tutto: nel tagli dell’immagine…una sorta di precursore di Mike Mignola».

Se ti chiedessi quale artista del passato accosteresti ai tuoi di disegni, cosa mi risponderesti?

GDO: Ai miei disegni? Caravaggio! – ride – cioè, uno deve puntare in alto tanto vale… non era a caso il paragone con Caravaggio; ne parlavo durante un seminario a dei ragazzi di un istituto di design; il background culturale, soprattutto di noi italiani, da una parte è una grandissima ricchezza, dall’altra è il principale ostacolo che rende quasi impossibile lo sdoganamento del fumetto oltre mare… nel senso che noi, in Italia, a qualsiasi persona che ti dica (non è una battuta, ma è successo anche a me per anni): “Che lavoro fai?” e tu: “il fumettista!” l’altro: “no, no, davvero, a parte l’hobby” e tu: “no, sono serio, ci pago le bollette” e l’altro: “sì, va be’, però poi, che vorresti fare da grande?” e tu, iniziandoti ad alterare: “il Fumettista!”. Questo è un po’ il dramma di tutti quelli che lavorano in questo Paese e che, purtroppo, devono migrare in qualche maniera per cercare di sentirsi gratificati da quello che fanno. Per carità, nessuno nega il fatto che questo sia un bel lavoro, sia un lavoro di passione, però vorrei far fare, a tutti quelli che pensano che non sia un Lavoro, questo mestiere per una settimana: stare 12 ore seduti al tavolo, non sforare i tempi di consegna… è simile (con le dovute eccezioni, relative alle diverse tipologie di stress e stanchezza) a fare il muratore. Un muratore la sera torna a casa ed è stanco morto e non riesce a piegarsi per la stanchezza; io non posso “raddrizzarmi” dato che passo tutta la giornata curvo sul tavolo… comunque ogni lavoro ha i suoi pro e i suoi contro, questo è certo, specie di questi tempi.

B: Sul nostro sito, portiamo avanti un’iniziativa, sotto forma di contest, chiamata: Manga project, nella quale diamo la possibilità ad aspiranti fumettisti di mettersi in mostra, ricevendo la votazione del pubblico che permetterà loro, in caso di vittoria, di essere pubblicati su una rivista online. Ora, la mia domanda è: tu, essendo “uno che ce l’ha fatta”, cosa ti sentiresti di dire a tutti i ragazzi che, come loro, hanno come sogno nel cassetto quello di diventare dei disegnatori?

GDO: Non credete a tutti quelli che vi dicono che non ce la farete. Provateci, poi, se non ce la fate, siete sempre in tempo a tornare indietro… però almeno provateci. Solo questo.

B: Hai mai pensato ad un futuro anche nel cinema? Se non sbaglio, la schiera dei fumettisti prestati al cinema come concept illustrator è abbastanza folta.

GDO: In realtà mi piacerebbe molto. Sono un amante del cinema e mi piacerebbe davvero  partecipare attivamente ai concept dei film.

B: Il tuo primo lavoro d’esordio per Marvel U.S.A. è stato Secret War, quanto è stato impegnativo, sobbarcarsi tutta la mole di lavoro che, una miniserie come quella, ha richiesto, soprattutto per il fatto che era, come appunto detto, il tuo primo grande lavoro per Marvel?

GDO: Come ogni primo grande lavoro è stato pesante… un calvario. Giustamente però, come ogni primo lavoro di un certo livello, non è che puoi dire che determinate cose non sono nelle tue corde. Ricordo ancora che quando mi chiamò David Mach, rigorosamente in inglese (ed io nel lontano 2002 ancora zoppicavo con l’inglese) capii sostanzialmente questo: “c’è un mio amico sceneggiatore che vorrebbe fare un progetto con te, se a te va bene, lo propongo a Joe (Quesada) e vediamo che dice”… Gli risposi che l’avrei fatto volentieri. Il problema è che durante la lavorazione del numero 1 scoprii chi era Brian (Bendis) e lì mi dissi: “ecco qua, sbaglio ora e sono fregato… sbaglio ora e non lavorerò mai più nella mia vita”. Ho sbagliato ugualmente perché il lavoro non è stato il massimo. A guardarlo ora mi rendo conto delle varie pecche, ma parlare di responsabilità degli errori è difficile… la colpa va ricercata in tante cose… Forse se quel lavoro l’avesse fatto un altro al posto mio le cose sarebbero state diverse, magari sarebbe stato migliore, e soprattutto, sarebbe uscito in tempi più brevi. Io sarò sempre grato per questa opportunità, a tutti quelli che mi hanno coinvolto e allo stesso Secret War, però diciamo che è stato un banco di prova per capire i miei errori e migliorarmi. Io non venivo da una scuola di fumetto (ero un illustratore) quindi lavoravo su artwork, copertine, immagini promozionali, in sostanza cose diverse da quello che feci per Secret War, quindi, dopo questa esperienza, quando la Marvel mi ricontattò per una collaborazione, misi in chiaro quello che mi serviva per lavorare al meglio, per il bene di tutti; così è nato Sex & Violence, in cui ho iniziato a voler dare una direzione ben precisa al mio lavoro, cercando di migliorare il “prodotto fumetto” piuttosto che l’illustrazione, cercando di non arrivare ad avere “una” immagine perfetta per ogni vignetta… no, avevo capito che quel modo di fare bloccava la narrazione, portando il lettore a soffermarsi sul particolare (per esempio a vedere se avevo fatto l’occhio a spider-man in quarto piano, piuttosto che avere un impatto visivo forte di quello che accadeva); così ho iniziato a cercare di migliorare la fluidità dell’impatto visivo, cercando però di mantenere i miei punti forti (ad esempio le cromie e i tagli di luce), al fine di migliorare il “fumetto” e non solo l’illustrazione. Sai… il più grosso complimento che mi hanno fatto, quando uscì Sex & Violence in America fu: “va be’, i disegni non ci interessano, perché dire che Dell’Otto è bravo o meno non serve, però volevo fare i complimenti a Gabriele per lo storytelling”. Ora: i complimenti fanno piacere a tutti, però probabilmente quel complimento è stata la più grossa gratificazione che abbia ricevuto.

B: A proposito di sogni, qualche mese fa, su quello sgabello c’era seduto David Lloyd, disegnatore di V per vendetta, che ci ha confessato che il più grande sogno, a parere suo, di ogni fumettista è: fare un fumetto proprio. Leggendo alcune tue interviste sul web ho scoperto che anche tu avevi questo sogno, o meglio, avevi in progetto un fumetto con Andrea Cavaletto, se non sbaglio lo avevi definito: uno storico-cyber-medieval-horror-punk. Il progetto c’è ancora, da qualche parte? O si è arenato?

GDO: Il progetto c’è ancora da qualche parte… anzi in realtà a settembre di quest’anno il progetto verrà sicuramente prodotto da ANKAMA per il mercato francese. In realtà era un progetto approvato da Soleil perché questo mio amico in comune, Olivier Jalabert (che all’epoca lavorava per Soleil), avrebbe avuto la gestione del prodotto. Poi è subentrato il contratto in esclusiva con la Marvel e, dopo un anno che il prodotto si era bloccato, Olivier mi scrisse dicendomi che si era licenziato ed era diventato editor capo della ANKAMA.  Gli risposi: “Meno male che non ho firmato nessun contratto con Soleil, se no…”, quindi al 99.9% partirà questo progetto appena finito il contratto con Marvel. Finalmente Andrea (Cavaletto) dormirà sonni tranquilli, visto che questo progetto è fermo da quasi  7 anni… Andrea è stato sempre fin troppo accomodante nei miei confronti… gli amici fanno così. Mi ricordo che la prima volta questo progetto era stato approvato da panini (all’epoca di Secret War) e io lo chiamai dicendogli: “ Andrea senti: ti ricordi il progetto che dovevamo fare per Panini?… Eh… Mi ha chiamato la Marvel e mi ha proposto di fare Secret War”…lui mi rispose con un “ Va be’… aspettiamo che finisci Secret War”; poi passarono altri anni e accaddero altri imprevisti… in pratica sono 6 anni e mezzo che aspetta. Speriamo che sia la volta buona e che esca un buon prodotto.

Fine prima parte

trovate qui la seconda parte

Questo è il video della prima parte dell’intervista

[youtube pnCoVgiZEpA]

Questa è una piccola gallery delle foto fatte da me e da Luca Del Gatto, al quale va un grazie per avercele prestate


Commenti (11)

  1. Sinceramente non lo conoscevo e non ho mai visto un suo lavoro non essendo un amante dei comics, ma l’intervista � stata molto interessante e d� un po’ pi� di profondit� al lavoro del fumettista che personalmente conosco solo per il prodotto finito e le piccole nozioni di dominio pubblico.

  2. Quest’uomo � grandioso!!! Lo stimo ancora di pi�!! :heart:
    Oltre ad essere un disegnatore sopraffino sembra anche una bella persona.
    Complimenti per l’intervista!!
    Attender� la seconda parte. :cheerful:

    1. Ah! Dimenticavo: complimenti anche per le foto!!! :happy:

      1. ti ringrazio per tutto, comunque domani nell’altro articolo ci saranno pi� foto e l’altro video 😀

  3. Ragazzi scherziamo! Questa � la “zampa d’oro” che ha disegnato alcune delle cover Marvel pi� belle che io abbia mai visto! Ricordo bene quelle di Annihilation, leggendarie! Spero che gli diano sempre pi� spazio, davvero un fenomeno.

    Bila, tu come sempre sei a documentare, come non ringraziarti?! 😆

    1. mi dispiace solo una cosa, che alcune battute fantastiche di quel giorno, non potrete mai “riviverle” 🙂 per� vi do un consiglio: se vi capita andate a vedere un incontro con lui!

      1. Eh, mi piacerebbe molto.. ma andare a Perugia (?) per me � una sfacchinata non indifferente.. mi “accontento” di vederle tramite tua intercessione XD

      2. P.s. com’� vederlo disegnare? Dev’essere una figata vedere come questa gente riesce a spalmare della grafite su una fetta di betulla e dargli un anima ed un valore incredibili :angel:

      3. non intendevo andare a perugia, ma ovunque ci sia un incontro 🙂 in Italia se ne organizzano tanti nelle fumetterie.
        Cmq vedere degli artisti all’opera � una cosa unica… al max c’� sempre Lucca per potersi togliere questa soddisfazione :biggrin:

      4. Pure Lucca � bella lontana.. io sono a Varese e purtroppo non ho mai sentito di appuntamenti in zona.. probabilmente a Milano ne faranno, ma anche in questo caso non ne ho mai sentiti! Probabilmente pubblicizzeranno davvero poco la cosa.. purtroppo..

      5. Specialmente vedere come comincino da parti del corpo improbabili, come il naso, e dopo 5 minuti sono opere d’arte :blink: e tu, che li hai osservati fin dall’inizio dell’elaborazione non ti riesci a spiegare come abbiano fatto! :shocked: (ho assistito ad un incontro con Carmine Di Giandomenico… di quelle cose che non si scordano!)

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