Il Crossoverone – X-Men: Battaglia dell’Atomo (1)

di Rorschach Commenta

Primo appuntamento ufficiale con Il Crossoverone, la rubrica a cura del sottoscritto che parla dei cosiddetti ‘grandi eventi fumettistici’ di casa Marvel.  A differenza di come ho gestito le cose per Age of Ultron, dove ho commentato i singoli capitoli,  da ora in avanti parlerò degli eventi nella loro globalità, magari con più di un appuntamento. Parlerò degli eventi in questione in maniera spoiler-free, in maniera tale da non rovinarvi la storia o la struttura narrativa in questione.

Ed oggi cominciamo a parlare di Battaglia dell’Atomo, il crossover in edicola in questi mesi tra le testate degli X-Men. Trattasi di un crossover vecchio stile: invece che una miniserie portante a cui si uniscono i vari tie-in (struttura degli eventoni Marvel da Vendicatori Divisi in poi), abbiamo una storia unica che comincia sulla testata X,  prosegue su quella Y e su quella Z dello stesso mese,  prosegue ancora nella testata X del mese successivo e così via fino alla sua conclusione.

Va detto che gli X-Men (che sono stati un pò messi in secondo piano dalla Marvel da una decina di anni a questa parte) hanno sempre utilizzato questa struttura narrativa per i loro eventi, anche ultimamente…tirando fuori storie del calibro di Messiah Complex e di Secondo Avvento, che meritavano davvero. Un ‘crossoverone’ di questo tipo ha due vantaggi fondamentali: il primo è che permette di leggere una storia anche molto lunga ed articolata, ma nell’arco di due o tre mesi al massimo (al contrario degli otto che prende una mini portante); il secondo…aspetterò qualche riga a rivelarvelo.

Battaglia dell’Atomo è il punto in cui vanno a convergere le vicende dei cosiddetti ‘Nuovissimi X-Men’ (i primi cinque X-Men, trasportati nel presente), il team fuorilegge di Scott ‘Ciclope’ Summers (gli Incredibili X-Men), e la squadra della Jean Grey School capitanata da Wolverine. E dato che due delle serie in questione (Nuovissimi ed Incredibili) sono scritte dal solito Brian Michael Bendis, è lui a tirare le fila principali del discorso.

Il livello dei disegni è ottimo, tra gli artisti anche il nostrano Giuseppe Camuncoli

Discorso che ha in sè gran parte dei difetti dell’ultimo periodo dell’autore in questione: Bendis infatti si gioca ancora una volta la carta dei viaggi nel tempo, carta già giocata in Age of Ultron (imponendo anche qui il suo stile di vedere le cose): questo, unito alla caratterizzazione un minimo dubbiosa di alcuni personaggi, Ciclope e Wolverine su tutti, ed alla struttura oramai nota dell’autore(due serie parallele che vanno a coincidere in un megaevento) mi ha fatto approcciare alla lettura di Battaglia dell’Atomo in maniera prevenuta.

Per mia fortuna, mi sbagliavo di grosso.

Mi sbagliavo perchè non avevo tenuto conto del secondo vantaggio che hanno i crossover tra le testate: ci lavorano più autori. Questo da un lato può rendere le cose più ostiche ai puristi del disegno (perchè i singoli capitoli saranno disegnati da artisti differenti), ma dall’altro fa in modo che ci siano almeno due autori che lavorano alla storia. E questo vuol dire più attenzione nei confronti della stessa, più cura dei singoli passaggi, meno incongruenze o parti poco logiche…per il banale motivo che più teste (più teste brave, ovvio) ragionano meglio di una.

Ed a lavorare su Battaglia dell’Atomo ci sono assieme a Bendis  Brian Wood (che sta sfornando un ciclo di storie niente male con una squadra a dir poco singolare e sopratutto Jason Aaron, la cui gestione di ‘Wolverine e gli X-Men’ e sopratutto la saga ‘Hellfire’ sono, a parere di chi scrive, quanto di meglio si sia visto su una testata mutante in senso stretto negli ultimi anni. La loro influenza, sopratutto nelle parti che si concentrano sui personaggi ‘secondari’, rende la storia più gradevole da seguire, ed anche con la stessa idea alla base di Age of Ultron  riesce a dare un’atmosfera completamente diversa da quest’ultima.

Tra i personaggi troviamo l’immancabile Deadpool e Molly Hayes dei Runaways, qui in versione dal futuro.

Atmosfera diversa e sopratutto storia più serrata: le vicende si susseguono senza un secondo di respiro, e pur essendo arrivato a metà saga non riesco ancora a capire dove gli autori vogliano andare a parare: questo vuol dire che una storia sta funzionando, perchè ti tiene incollato alla lettura. Per il momento abbiamo una trama fitta il giusto, un numero di personaggi considerevole (e pochi lasciati in secondo piano) e la giusta azione; dove saranno andati a parare gli autori di preciso, lo scoprirò a saga finita…e voi scoprirete le mie impressioni con la seconda parte di questi articoli.

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