I Bambini Inchiodati – edito Cyrano Comics

di Regola 1

 

 

L’aquila albanese non vola perché è incatenata.

Liberando lei, liberiamo i bambini.

Liberando i bambini, liberiamo lei.

Nell’azzurro del cielo.

I Bambini Inchiodati è un fumetto pubblicato dalla Cyrano Comics nel Luglio 2013 dotato di una caratteristica abbastanza particolare: è la piccola, visibile punta di un iceberg molto grande. Il fumetto é anche questo, uno strumento linguistico che sa estendere a macchia d’olio il suo messaggio e arrivare a un pubblico più vasto di quello radunato da altre attività umane. Perché prima delle tavole di Nicola Bernardelli e Luca Falesiedi, e dei testi di Enrico Bante, I Bambini Inchiodati nasce in quella palestra di vita che è il teatro sociale, i progetti On The Stage, e in altre forme di comunicazione utilizzate da Besmir Rrjolli e la sua associazione Dora e Pajtimit al solo scopo umanitario di far conoscere, e denunciare, uno dei drammi che tormenta la sua terra di origine, il nord dell’Albania.

Fëmijët e ngujuar, che tradotto vuol dire “bambini inchiodati”, viene usato per indicare quei bambini ai quali non viene concesso di uscire di casa, di andare a scuola o in qualunque altro luogo pubblico, per il timore che diventino vittima di sanguinarie faide, mantenute da antiche leggi che concedono la vendetta a famiglie che hanno subito un qualche torto. Dal suo primo incontro col teatro sociale Besmir ha trovato in questa e altre forme di espressione la strada per comunicare il suo messaggio, allo scopo di denuciare soprattutto questa antica tradizione dura a morire, e il suo percorso lo ha portato fino al fumetto, sicuramente molto più popolare in Italia che in Albania.

I Bambini Inchiodati parla con il linguaggio delle fiabe: simbolico, diretto e semplice per qualunque tipo di lettore. La protagonista della storia è la piccola Jen, costretta a nascondersi nel pozzo di un villaggio sperduto tra le montagne per non essere uccisa, a cui è concesso soltanto di sognare gli spazi aperti, il cielo, la neve… ma restano soltanto sogni, quasi ancora più terribili della prigionia e del ripetersi di giorni sempre uguali. Questo fin quando nel villaggio non arriva il potente mago, mellifluo attore, sublime paroliere, instancabile girovago, squisito cantastorie e ineffabile imbroglione Trik&Trak che porta con sé la novità e il chiasso in un luogo tetro dove tutti hanno smesso di ridere: questi, insieme alla sua assistente Amalia, viene malamente cacciato. Ma il suo arrivo coincide con quello del cambiamento, Trik&Trak è libero dalle leggi e dai vincoli che incatenano gli abitanti del villaggio, quindi l’unico a poter agire e salvare tutti dall’odio. Pagina dopo pagina, insieme all’evoluzione della vicenda cambia anche il tono con cui essa viene raccontata, anche dal punto di vista grafico: partendo dall’onirico e tetro stile di Bernardelli si arriva a quello preciso e netto di Falesiedi. Cambia soprattuto la luce, che vuole rappresentare quasi una crescita, una maggiore presa di coscienza da parte dei personaggi della realtà, del loro ruolo, e delle azioni che possono intraprendere per cambiare il mondo in cui vivono.

Un volume indubbiamente interessante, che vuole informare e divertire allo stesso tempo, lasciando ai lettori un messaggio di speranza e un piccolo insegnamento, proprio come nelle fiabe.

Commenti (1)

  1. Sembra molto interessante…

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