Tutti noi vorremmo visitare Tokyo e le sue meraviglie, ma, dall’11 marzo scorso, i viaggiatori sembrano aver paura di un paese gravemente colpito dalla catastrofe nucleare di Fukushima.
Queste paure sono fondate? C’è, effettivamente, un rischio per la salute del viaggiatore? I livelli delle radiazioni sono potenzialmente letali? E il cibo sta risentendo della contaminazione nucleare?
L’ambasciata italiana a Tokyo fa il suo lavoro e risponde ai dubbi della gente. In vari comunicati assicura il viaggiatore sulle condizioni di sicurezza del Giappone. Naturalmente, per un raggio di 80 km intorno a Fukushima, l’accesso è strettamente vietato ai non addetti ai lavori, però il resto del Giappone pare essere pienamente percorribile. Tenendo presente che Tokyo dista 250 km da Fukushima, il pericolo “radiazioni nell’aria” sembra essere scongiurato. In un comunicato dell’11 maggio si descrive una situazione normale, senza pericoli per la salute.
[Ecco il comunicato:
“Nella centrale nucleare Fukushima-I, sita nell’omonima Prefettura a oltre 200 km a nord di Tokyo e danneggiata dal maremoto dell’11 marzo, si registrano ormai miglioramenti costanti e stabili.
La TEPCO, gestore dell’impianto, ha messo a punto una road map che prevede di realizzare entro gli inizi di luglio il ‘cold shutdown’, ovvero il definitivo spegnimento dei reattori della centrale, ed entro l’autunno la bonifica dell’area di Fukushima-I, l’unica ad aver effettivamente registrato effetti di contaminazione.
Rimane l’ordine delle Autorita’ giapponesi di evacuazione della popolazione in un raggio di 20 km dalla centrale di Fukushima-I, nonche’ di alcuni specifici centri abitati situati al di fuori della zona in questione. Il Governo statunitense continua a mantenere un approccio prudente che porta a sconsigliare di recarsi in un’area fino a 80 km dalla centrale. Tale valutazione prudenziale è condivisa dal Governo italiano e la raccomandazione di evitare questa più ampia fascia è valida anche per i cittadini italiani (si tenga presente che Tokyo dista circa 250 km da Fukushima-I).
Al di fuori di questa zona di 80 Km dalla centrale di Fukushima, non si ravvisano condizioni ambientali che possano mettere a rischio la salute pubblica.
Per quanto riguarda i livelli di radioattività ambientale si conferma il rientro nella normalità dei valori registrati. A titolo di raffronto fra il livello attuale di radiazione ambientale a Tokyo e quello medio di alcune città italiane, si riporta quanto segue:
– I valori di rateo di dose di radiazione media in Emilia Romagna è compreso tra 0.06 e 0.20 microSv/ora. Il valore medio
a Bologna è di 0.10 microSv/ora (dati ARPA Emilia Romagna).
– I valori di rateo di dose media a Firenze è di 0.12-0.13 micrSv/ora e a Pisa di 0.12 microSv/ora (dati ARPAT Toscana)
– Il valore medio che si registra a Roma è di 0.25 microSv/ora (dati Protezione Civile)
A Tokyo, il livello attuale è di 0.07 microSv/ora (dati Tokyo Metropolitan Institute of Public Health). I valori forniti dal Governatorato Metropolitano sono stati confrontati e confermati da misure della nostra Protezione Civile nei mesi di Marzo-Aprile.
I valori della radioattività dell’acqua potabile a Tokyo risultano al di sotto del valore di rilevabilità e non esiste quindi alcun problema di contaminazione. Dati aggiornati continuamente sono disponibili sul sito del Ministero dell’Università e Ricerca (MEXT).
Per quanto riguarda il cibo: le soglie dei livelli ammissibili di contaminazione e quindi eventuali criteri di restrizione sono stati determinati assumendo che ci sia un consumo continuato (per un periodo di un anno) dei prodotti. In base a questi criteri le Autorità giapponesi hanno adottato misure restrittive della distribuzione e del consumo dei prodotti di alcune zone delle prefetture di Fukushima (essenzialmente verdure a foglia larga e latte) e Ibaraki (solo spinaci). La probabilità che questi prodotti possano entrare in commercio ed essere distribuiti a Tokyo è pressoché nulla. Il sito del (MHLW) presenta una tabella aggiornata e dettagliata con i tipi di prodotti sottoposti a restrizioni.
Alla luce delle circostanze sopra descritte e continuamente monitorate da questa Ambasciata, non si ravvisano motivi che possano sconsigliare viaggi in Giappone al di fuori dell’area di 80 Km dalla centrale di Fukushima.” ]
In un secondo comunicato, datato 24 maggio, l’ambasciata italiana aggiorna i visitatori sulla sicurezza nucleare e alimentare rilevata.
[“AGGIORNAMENTO SITUAZIONE SICUREZZA NUCLEARE
Nei giorni scorsi e’ stata presentata dalla TEPCO (societa’ di gestione dell’impianto nucleare di Fukushima-I) un’analisi degli eventi immediatamente successivi al terremoto e allo tsunami dell’11 marzo. La conclusione preliminare mostra che una parte considerevole degli elementi del nocciolo del reattore numero 1 della centrale ha raggiunto, nelle ore immediatamente seguenti alla perdita di fluido di raffreddamento (11 marzo alle ore 18 circa), temperature in grado di causare la fusione del combustibile contenuto all’interno delle barre. Almeno una parte del combustibile si sarebbe quindi depositata nel fondo del contenitore pressurizzato (Reactor Pressurized Vessel – RPV), il che implicherebbe che si e’ determinata la fusione (parziale o totale) del nocciolo. Il successivo ripristino di alcuni dei sistemi di emergenza (prima alimentati con acqua marina e poi con acqua dolce) ha in seguito permesso il raffreddamento del reattore che, ormai da diverse settimane, presenta una situazione stabile in termini sia di temperatura (intorno ai 100 gradi centigradi sul fondo del RPV), sia di pressione. Un’analoga totale o parziale fusione potrebbe essersi verificata nelle ore successive alle calamita’ naturali dell’11 marzo anche nei reattori 2 e 3. Questo quadro confermerebbe oggi cio’ che la stessa TEPCO e altre fonti avevano ventilato come possibilita’ gia’ all’inizio della crisi.
Tali ipotesi di fusione del nocciolo, anche se verificate, non hanno influenza diretta sull’attuale stato dei reattori e non implicano, quindi, nessun tipo di deterioramento delle condizioni di rischio. La valutazione di quest’Ambasciata e’ che la situazione della radioattività ambientale e le conseguenze relative all’emergenza nucleare non presentano elementi di pericolosità per la salute al di fuori del perimetro di 80 chilometri dalla centrale di Fukushima-I (area che a titolo prudenziale si continua, peraltro, a sconsigliare ai connazionali).
L’obiettivo principale e i tempi degli interventi della TEPCO, volti a portare i reattori in condizioni di sicurezza, restano invariati rispetto a quelli fissati dalla “road-map” del 17 aprile, successivamente aggiornata a distanza di un mese. Nel corso della Fase-1 (tre mesi a partire da meta’ aprile) si prevede il ripristino dei vari sistemi di raffreddamento dei reattori e delle piscine di stoccaggio del combustibile nucleare, mentre nella Fase-2 (durata tre-sei mesi a partire dalla fine della Fase-1) si procederebbe a realizzare il fermo a freddo (“cold shut-down”) dei reattori nucleari e il ripristino di tutti i sistemi di sicurezza.
Il Governo giapponese ha presentato a sua volta un piano che include provvedimenti riguardanti, fra l’altro, il monitoraggio ambientale e varie strategie di intervento. Le due roadmap sono definite in dettaglio nei documenti originali, che sono disponibili a questo link.
SICUREZZA ALIMENTARE
Attualmente, al di fuori della prefettura di Fukushima e del nord della prefettura di Ibaraki, non si registra nessun valore di contaminazione negli alimenti al di sopra dei limiti stabiliti (che in Giappone sono in genere piu’ restrittivi rispetto agli standard internazionali). Cio’ vale in particolare per tutta l’area metropolitana di Tokyo.
Nel complesso, sono stati finora effettuati piu’ di 3.300 controlli in tutto il Giappone orientale (vedasi il documento sul sito del MEXT, in particolare pagg. 21-25) e, a tutt’oggi, sono in vigore restrizioni alla distribuzione e al consumo soltanto relativamente al latte, ad alcuni ortaggi e a un particolare tipo di pescato (“cicerello”) provenienti dalla prefettura di Fukushima, oltre agli spinaci della prefettura di Ibaraki. Nessun altro provvedimento e’ vigente al momento, perche’ non si ravvisano condizioni di potenziale pericolosita’ per la salute in tutti gli altri casi. Si ricorda che i limiti massimi di radioattivita’ ammissibili negli alimenti sono fissati assumendo che ci sia un consumo continuativo di ogni determinato prodotto per un periodo di un anno.
Nei giorni scorsi sono state, invece, rilevate tracce di contaminazione nelle foglie di te’ provenienti dalla prefettura di Kanagawa, adiacente a Tokyo, la cui raccolta e’ stata immediatamente sospesa. Sono in corso accertamenti per stabilire i meccanismi che hanno provocato questo tipo di contaminazione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (OMS) rimanda al sistema di monitoraggio e di regolamentazione delle Autorita’ giapponesi. Informazioni e risposte a domande frequenti (FAQ) sono disponibili sul sito dell’OMS a questo link.”]
Per quanto l’ambasciata italiana debba mantenere un tono diplomatico e riferire le parole del governo giapponese e di Tepco nella loro integrità , siamo davanti a una buona informazione. È strano vedere come nel nostro paese le opinioni del “popolo sovrano” non vengono ascoltate, mentre invece a chi viaggia viene data un’informazione così chiara e precisa.
[fonte – ambasciata italiana tokyo]