neon genesis evangelion…

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  • #988937
    Regola
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    Sicuramente il mio era un intervento breve, ma anche tu non è che hai ampliato tanto.
    Il successo, indiscutibile e mai negato, non è sinonimo di qualità.

    Non è che dovessi ampliare troppo anche perchè si tratterebbe di scrivere tanto. Se devo, posso garantirti che appena avrò tempo lo farò.

    Che il successo non è sinonimo di qualità lo vado dicendo da due anni a questa parte, ma è una frase che vedo tirata in ballo solo quando ci si riferisce a qualcosa che non si è apprezzato. E meglio non fare esempi, che non si sa mai.

    #988938
    Querion
    Membro

    Non è che dovessi ampliare troppo anche perchè si tratterebbe di scrivere tanto. Se devo, posso garantirti che appena avrò tempo lo farò.

    Che il successo non è sinonimo di qualità lo vado dicendo da due anni a questa parte, ma è una frase che vedo tirata in ballo solo quando ci si riferisce a qualcosa che non si è apprezzato. E meglio non fare esempi, che non si sa mai.

    Quindi?

    Io trovo, ovviamente parlo di me, che la trama portante (gli EVA e la “maturazione” del protagonista) sia realmente davvero troppo esile e sia sorretta soltanto da decine di sottotrame molto più interessanti (Rei e le sue morti, il rapporto morboso del padre di Shinji con le donne, ecc ecc). E’ fumosa, stancante (e credo che ciò sia ben visibile per almeno metà della serie) e a tratti inconcludente.
    Se poi si vuole parlare degli aspetti della cultura nipponica, ok, ci sono…ma non sono il pane della serie.
    La qualità delle animazioni è eccezionale e lo studio sull’aspetto di ogni personaggio rasenta l’ossessione, ma non lo trovo qualcosa di fondamentale.

    #988945
    Regola
    Membro

    Quindi?

    Io trovo, ovviamente parlo di me, che la trama portante (gli EVA e la “maturazione” del protagonista) sia realmente davvero troppo esile e sia sorretta soltanto da decine di sottotrame molto più interessanti (Rei e le sue morti, il rapporto morboso del padre di Shinji con le donne, ecc ecc). E’ fumosa, stancante (e credo che ciò sia ben visibile per almeno metà della serie) e a tratti inconcludente.
    Se poi si vuole parlare degli aspetti della cultura nipponica, ok, ci sono…ma non sono il pane della serie.
    La qualità delle animazioni è eccezionale e lo studio sull’aspetto di ogni personaggio rasenta l’ossessione, ma non lo trovo qualcosa di fondamentale.

    Sarò franco, io odio la parola capolavoro (infatti non la uso mai), perchè mette in pessima luce l’interlocutore, e tranquillo, non userei quella parola per NGE perchè so benissimo da tredici anni che ha difetti, problemi, incongruenze, tutte derivanti dal fatto che Anno stesso non ha mai avuto una chiara idea di quanto stava facendo. Potrei parlarti di trama, riferimenti simbolici, animazioni per ore… ma questi elementi li hai notati e quindi li posso dare per scontati.

    Quello che sostengo io, è che le serie epocali sono proprio quelle che portano a situazioni, e discussioni del genere. Quando si parla di NGE di media mi eclisso e lascio perdere perchè nella maggior parte dei casi si incontrano due tipi di posizioni:

    1) è un capolavoro
    2) non è niente di che (spesso detto da persone a cui è stato consigliato da terzi che fanno parte del primo gruppo; almeno nella mia esperienza)

    ma questo è possibile proprio perchè, per il materiale molto particolare o come è stato gestito, non è possibile che abbia la stessa presa su tutti quanti. Dragon Ball ha la stessa presa su tutti, ma DB ha le profondità di un vassoio per pastarelle. Laddove come in questo caso c’è la possibilità, a vent’anni di distanza ancora di perdere tempo e caratteri su una serie deve dipendere dal fatto che sia provvista di significati.. che possono essere visti, e anche non visti. E i significati non visti hanno anche loro un valore, perchè sono l’esperienza soggettiva.

    [SPOILER]Facevo lo stesso discorso ieri sera per Eyes Wide Shut, se vuoi un paragone[/SPOILER]

    Tutte le serie possono avere questi effetti, eppure, per qualche motivo alcune ne hanno di quantitativamente più significativi: in questo caso, per NGE, dipende anche dal ritorno di fiamma dovuto alla pessima Rebuild che incoronerà il ventennale, ma ti assicuro che qualche anno fa si era tornato a parlarne in paragone con Code Geass prima, e Gurren Lagann dopo, e allo stesso modo se ne tornerà a parlare ogni volta che comparirà qualcosa che potrà essere messo in paragone. Se vuoi la mia opinione, le cose “epocali” sono proprio quelle che creano queste spaccature, questo accanimento da parte di appassionati (che a volte sono un po’ dei rompiscatole) e denigratori (che tante volte non vogliono essere ragionevoli), e se questa spaccatura è sinonimo di grandezza, ecco perchè ritengo di considerare nel bene e nel male NGE il miglior anime degli anni ’90.

    Personalmente non ritengo dipenda neppure dal fatto che NGE sia un calderone: ci sono tantissimi elementi, ma sono sufficientemente armonizzati da non essere resi pesanti. Anzi, a volte lo spettatore medio non li nota neppure. Io stesso dopo il mio corso di studi ho avuto modo di rivedere la serie e i personaggi sotto un’altra ottica:

    Evangelion – la psicologia di Shinji | Komixjam: Manga, Anime e Comics

    eccotene un esempio, se vuoi, un po’ riduttivo perchè l’ho pensato in cinque sei giorni e ho preferito tenerlo semplice.

    Queste sono le mie motivazioni, in sintesi.

    #989031
    Querion
    Membro

    Sarò franco, io odio la parola capolavoro (infatti non la uso mai), perchè mette in pessima luce l’interlocutore, e tranquillo, non userei quella parola per NGE perchè so benissimo da tredici anni che ha difetti, problemi, incongruenze, tutte derivanti dal fatto che Anno stesso non ha mai avuto una chiara idea di quanto stava facendo. Potrei parlarti di trama, riferimenti simbolici, animazioni per ore… ma questi elementi li hai notati e quindi li posso dare per scontati.

    E fin qui siamo d’accordo.

    Quello che sostengo io, è che le serie epocali sono proprio quelle che portano a situazioni, e discussioni del genere. Quando si parla di NGE di media mi eclisso e lascio perdere perchè nella maggior parte dei casi si incontrano due tipi di posizioni:

    1) è un capolavoro
    2) non è niente di che (spesso detto da persone a cui è stato consigliato da terzi che fanno parte del primo gruppo; almeno nella mia esperienza)

    ma questo è possibile proprio perchè, per il materiale molto particolare o come è stato gestito, non è possibile che abbia la stessa presa su tutti quanti. Dragon Ball ha la stessa presa su tutti, ma DB ha le profondità di un vassoio per pastarelle. Laddove come in questo caso c’è la possibilità, a vent’anni di distanza ancora di perdere tempo e caratteri su una serie deve dipendere dal fatto che sia provvista di significati.. che possono essere visti, e anche non visti. E i significati non visti hanno anche loro un valore, perchè sono l’esperienza soggettiva.

    [SPOILER]Facevo lo stesso discorso ieri sera per Eyes Wide Shut, se vuoi un paragone[/SPOILER]

    Tutte le serie possono avere questi effetti, eppure, per qualche motivo alcune ne hanno di quantitativamente più significativi: in questo caso, per NGE, dipende anche dal ritorno di fiamma dovuto alla pessima Rebuild che incoronerà il ventennale, ma ti assicuro che qualche anno fa si era tornato a parlarne in paragone con Code Geass prima, e Gurren Lagann dopo, e allo stesso modo se ne tornerà a parlare ogni volta che comparirà qualcosa che potrà essere messo in paragone. Se vuoi la mia opinione, le cose “epocali” sono proprio quelle che creano queste spaccature, questo accanimento da parte di appassionati (che a volte sono un po’ dei rompiscatole) e denigratori (che tante volte non vogliono essere ragionevoli), e se questa spaccatura è sinonimo di grandezza, ecco perchè ritengo di considerare nel bene e nel male NGE il miglior anime degli anni ’90.

    E il vero problema è, che ora, siamo ancora d’accordo.

    Personalmente non ritengo dipenda neppure dal fatto che NGE sia un calderone: ci sono tantissimi elementi, ma sono sufficientemente armonizzati da non essere resi pesanti. Anzi, a volte lo spettatore medio non li nota neppure.

    Non so, a volte la trama è davvero pesante e sembra venire forzata solo per uscire dal loop in cui è caduta. E’ una cosa che si nota tantissimo all’incirca a metà serie (ma è un difetto comunque molto comune).

    Io stesso dopo il mio corso di studi ho avuto modo di rivedere la serie e i personaggi sotto un’altra ottica:

    Evangelion – la psicologia di Shinji | Komixjam: Manga, Anime e Comics

    eccotene un esempio, se vuoi, un po’ riduttivo perchè l’ho pensato in cinque sei giorni e ho preferito tenerlo semplice.

    Queste sono le mie motivazioni, in sintesi.

    L’articolo è anche interessante (per me fin troppo rifinito rispetto alle intenzioni della serie), ma non centra il discorso direi.

    Credo che alla fine l’incomprensione sia nata più sulla comunicazione (ammetto di non essere il massimo della diplomazia) che sul contenuto.

    NGE è un anime sicuramente importante per l’animazione giapponese. Ha creato un avanzamento e cambiamento degli argomenti trattati, assieme a un modo “diverso” di esprimerli e allo stesso tempo ha fossilizzato il settore creando tutta una serie di cloni e ripetitivi personaggi quasi del tutto uguali alle varie Asuna, Rei o Shinji. Un pò lo stesso problema nato con Dragon Ball (anche questo con tanti di quei difetti…) e prima ancora con Go Nagai.
    Rimane comunque una serie con ampi difetti (come abbiamo ammesso) e che, un occhio attento può notarlo, ha navigato spesso a vista riempiendosi di situazioni inutili, incongruenze e deviazioni stilistiche senza capo ne coda spesso mascherate da “cose occulte” o “esoterismo” (cosa che non avviene nel modo più assoluto).
    Rimane un fenomeno di costume irriducibile.

    #989104
    REI
    Membro

    Vorrei entrare nel discorso, ma lo vidi troppi anni fa, quindi il mio giudizio può essere inquinato dallo stato semi-infantile in cui lo guardai. Nonostante la rivoluzione dei mecha e il fatto che Rei sia uno dei personaggi migliori mai creati, io trovai (e anche se lo riguardassi ora) una psicologia dei personaggi molto complessa. Oltre la lotta agli angeli e Rei devo ammettere che non ci colto molto, mi metto dalla parte di quelli che dicono “Ok è bello, ma non capolavoro”.
    Quando Querion parla che NGE ha dato dei modelli e gli altri li hanno clonati, vedo un’accezione negativa: un genere di anime, come uno letterario o cinematografico ha delle regole e dei “leitmotiv” che lo caratterizzano, forse uno degli aspetti migliori di NGE è di aver creato dei modelli che effettivamente sono vicini alla realtà.

    #989106
    Regola
    Membro

    Quando Querion parla che NGE ha dato dei modelli e gli altri li hanno clonati, vedo un’accezione negativa: un genere di anime, come uno letterario o cinematografico ha delle regole e dei “leitmotiv” che lo caratterizzano, forse uno degli aspetti migliori di NGE è di aver creato dei modelli che effettivamente sono vicini alla realtà.

    Questa mi ha fatto ripensare a una vecchia affermazione: Koji urla perchè gli rovinano la vernice del Mazinga, Shinji perchè sente veramente dolore. In effetti NGE è uno dei primi anime (prima forse c’era Patlabor, altro non mi viene in mente in questo momento) ad aver cercato di mostrare mecha per come potrebbero realmente essere.

    A questo Lucca, trall’altro, durante il Comics&Science c’erano degli esperti di robotica (ci è andato bila e me ne ha parlato un pò) e si affrontavano proprio questioni riguardanti la meccanica e la robotica vera e propria, così come questo tipo di fantascienza ha influenzato l’immaginario comune.

    #989107
    REI
    Membro

    Questa mi ha fatto ripensare a una vecchia affermazione: Koji urla perchè gli rovinano la vernice del Mazinga, Shinji perchè sente veramente dolore. In effetti NGE è uno dei primi anime (prima forse c’era Patlabor, altro non mi viene in mente in questo momento) ad aver cercato di mostrare mecha per come potrebbero realmente essere.

    A questo Lucca, trall’altro, durante il Comics&Science c’erano degli esperti di robotica (ci è andato bila e me ne ha parlato un pò) e si affrontavano proprio questioni riguardanti la meccanica e la robotica vera e propria, così come questo tipo di fantascienza ha influenzato l’immaginario comune.

    Io pensavo ai personaggi veri e propri, per quanto riguarda la robotica ho un pensiero da blasfema: gli EVA sono prototipi, chi potrebbe mai costruire robot basandosi su ampie conoscenze di robotica che oltre a varie sensazioni e percezioni trasmettono dolore? Questi esemplari appartengono allo stato iniziale di una nuova “specie”. Ci si potrebbe scrivere un libro sul “primitivismo” di questi mecha. Poi ripeto, lo vidi anni fa con un’altra mentalità, ci sono alte probabilità che io mi sbagli in qualcosa.

    #989108
    Regola
    Membro

    Io pensavo ai personaggi veri e propri, per quanto riguarda la robotica ho un pensiero da blasfema: gli EVA sono prototipi, chi potrebbe mai costruire robot basandosi su ampie conoscenze di robotica che oltre a varie sensazioni e percezioni trasmettono dolore?

    Era solo una frase venuta in mente
    [SPOILER]tra influenza e birra non so chi è la causa[/SPOILER]

    per il resto credo che ci rifletterò bene prima di fare affermazioni di cui non sono sicuro. Però sono quasi certo che uno psicopatico potrebbe. :sisi:

    #989109
    REI
    Membro

    Era solo una frase venuta in mente
    [SPOILER]tra influenza e birra non so chi è la causa[/SPOILER]

    per il resto credo che ci rifletterò bene prima di fare affermazioni di cui non sono sicuro. Però sono quasi certo che uno psicopatico potrebbe. :sisi:

    Era una domanda retorica, visto che gli EVA sono prototipi e quindi imperfetti, anche se molto simili agli umani.
    [SPOILER] Secondo me con l’influenza l’ideale sarebbe thè caldo o succo di un frutto ricco di vitamine come l’arancia o il kiwi [/SPOILER]

    #989110
    Querion
    Membro

    Vorrei entrare nel discorso, ma lo vidi troppi anni fa, quindi il mio giudizio può essere inquinato dallo stato semi-infantile in cui lo guardai. Nonostante la rivoluzione dei mecha e il fatto che Rei sia uno dei personaggi migliori mai creati, io trovai (e anche se lo riguardassi ora) una psicologia dei personaggi molto complessa.

    Complessa no, ben studiata e trasportata sulla storia si. In effetti i personaggi, tranne forse Asuna e il suo crollo, sono abbastanza statici. Persino Shinji rimane fino alla fine il complessato vigliacco dell’inizio, non cambia né in meglio, né in peggio. E se si vuole, questo su questo suo rifiuto di cambiare ci si può discutere per ore.
    Per il resto Rei mi è sempre sembrato abbastanza anonimo, quasi un semplice oggetto in grado di parlare (cosa che effettivamente è).

    Quando Querion parla che NGE ha dato dei modelli e gli altri li hanno clonati, vedo un’accezione negativa: un genere di anime, come uno letterario o cinematografico ha delle regole e dei “leitmotiv” che lo caratterizzano, forse uno degli aspetti migliori di NGE è di aver creato dei modelli che effettivamente sono vicini alla realtà.

    Le mie eccezioni sono negative quanto quelle che do a Dragon Ball e a tanti classici prima di lui (tra cui Akira) non tanto per il prodotto in sé, ma per l’influenza che hanno avuto nel resto dei mangaka bloccando per anni, storie, eventi e trame in ciclici ripercorsi dei capostirpi. Solo recentemente lo Shonen si stà staccando da tale blocco (tra cui si possono notare i vari Naruto e One Piece).
    Lo stesso dicasi per il genere dei robottoni che però torna ciclicamente, ancora, all’Evangelion con i suoi robottoni bio-meccanici o a quelli realistici alla Gundam.

    ———- Post added at 23:26 ———- Previous post was at 23:22 ———-

    Questa mi ha fatto ripensare a una vecchia affermazione: Koji urla perchè gli rovinano la vernice del Mazinga, Shinji perchè sente veramente dolore. In effetti NGE è uno dei primi anime (prima forse c’era Patlabor, altro non mi viene in mente in questo momento) ad aver cercato di mostrare mecha per come potrebbero realmente essere.

    No, ragazze, gli EVA sono tutto meno che realistici. Sono esseri bio-meccanici ed esulano dalle regole dei veri e propri robottoni. Sono più simili a creature simbiotiche, del tutto esterne al possibile realismo..

    In Patlabor si nota come la società possa cambiare con i mecha alla portata di varie ditte e delle forze dell’ordine (e quindi della criminalità), mentre in Gundam (sopratutto negli ultimi) sono “ridotti” a semplici esoscheletri da combattimento.

    A questo Lucca, trall’altro, durante il Comics&Science c’erano degli esperti di robotica (ci è andato bila e me ne ha parlato un pò) e si affrontavano proprio questioni riguardanti la meccanica e la robotica vera e propria, così come questo tipo di fantascienza ha influenzato l’immaginario comune.

    E’ stato interessante, sebben non capisco la necessita di farli a forma umanoide, molto meglio a forma di ragno. XD

    #989113
    REI
    Membro

    I personaggi sono tutto tranne statici, anche se non sembrano avere cambiamenti.
    Sulla positività della presenza di elementi caratterizzanti un determinato genere, mi trovi in disaccordo, com’è successo in Bleach: per me ci devono essere i tipici elementi ricorrenti che impropriamente chiamo leitmotiv (sto andando OT, perdonatemi), la grandezza di un’opera è nel crearne altri o di non abusare dei pre-esistenti. NGE per me ha contribuito, ma non in modo da tale da essere definito capolavoro.
    Già ho detto che i robot non sono realistici, ma lo attribuisco al loro stato “primitivo”.
    Ah caro Querion, io sono una ragazza, Rego no. Non farti ingannare dall’avatar della vittima preferita di Haruhi.

    #989116
    Regola
    Membro

    Complessa no, ben studiata e trasportata sulla storia si. In effetti i personaggi, tranne forse Asuna e il suo crollo, sono abbastanza statici. Persino Shinji rimane fino alla fine il complessato vigliacco dell’inizio, non cambia né in meglio, né in peggio. E se si vuole, questo su questo suo rifiuto di cambiare ci si può discutere per ore.

    Se vogliamo è anche uno degli aspetti per cui la psicologia dei personaggi mi appare , perchè il cambiamento effettivo nell’essere umano è spesso un privilegio (anzi, il nucleo della personalità di ognuno di noi, per quanto possa maturare resta sempre lo stesso). In questo senso però Anno e Sakamoto si contraddicono troppo se confrontiamo il End con il finale del manga. (Non vorrei spoilerare, ma sebbene siano molto simili in quello di Sakamoto c’è una piccola differenza che porta a un finale non meno , ma che ho gradito rispetto a quello di End).

    Le mie eccezioni sono negative quanto quelle che do a Dragon Ball e a tanti classici prima di lui (tra cui Akira) non tanto per il prodotto in sé, ma per l’influenza che hanno avuto nel resto dei mangaka bloccando per anni, storie, eventi e trame in ciclici ripercorsi dei capostirpi. Solo recentemente lo Shonen si stà staccando da tale blocco (tra cui si possono notare i vari Naruto e One Piece).

    A livello di shonen sta accadendo molto negli ultimi quattro anni, ma sarebbe complesso e un po’ OT parlarne qui. C’è da dire comunque che la nuova generazione di autori sembra essere meno vincolata dagli autori che hanno pubblicato negli anni ’80.

    No, ragazze, gli EVA sono tutto meno che realistici. Sono esseri bio-meccanici ed esulano dalle regole dei veri e propri robottoni. Sono più simili a creature simbiotiche, del tutto esterne al possibile realismo..

    Indubbiamente, anche perchè sono dell’idea che la debba essere . Di sicuro le complesse strutture neurali e muscolari degli Eva sono qualcosa più simile e conoscibile all’uomo di quanto possano essere dei grossi ingranaggi messi a casaccio in un tubo di ferro.

    E’ stato interessante, sebben non capisco la necessita di farli a forma umanoide, molto meglio a forma di ragno. XD

    Infatti nelle serie più prettamente sci-fi si vedono più spesso mecha aracniformi, basti pensare al lavoro di Masamune Shirow :sisi:
    [SPOILER]L’ultimo caso che mi è capitato di vedere mecha aracniformi mi pare sia stato il film di To Aru Majutsu no Index[/SPOILER]

    #989117
    Querion
    Membro

    I personaggi sono tutto tranne statici, anche se non sembrano avere cambiamenti.

    Mah, a parte alcuni personaggi minori (davvero un esiguo numero) e il crollo di Asuna, gli altri semplicemente fanno avanti e indietro rimanendo invariabilmente nella stessa situazione. Se si vuole dare un’eccezione di psicodramma a NGE si devono avere cambiamenti (ripeto in bene o peggio è indifferente) o vere e proprie letture della psicologia del personaggio e questo non avviene manco per il protagonista principale che ha decine di occasioni di cambiamento e ripercorre sempre le stesse assurde scelte, spesso senza una vera spiegazione.
    Ma stiamo parlando del sesso degli angeli per me.

    Sulla positività della presenza di elementi caratterizzanti un determinato genere, mi trovi in disaccordo, com’è successo in Bleach: per me ci devono essere i tipici elementi ricorrenti che impropriamente chiamo leitmotiv (sto andando OT, perdonatemi), la grandezza di un’opera è nel crearne altri o di non abusare dei pre-esistenti. NGE per me ha contribuito, ma non in modo da tale da essere definito capolavoro.

    La grandezza di un’opera è nel creare un nuovo modo di interpretare un genere, non nel creare elementi ricorrenti. Tutti i grandi classici e le grandi opere si sono distaccate dalle contemporanee proprio per aver reinterpretato l’intero genere dandoli una nuova chiave di lettura, penso a Watchmen per i supereroi, a Devilman per praticamente tutti i manga di allora, ad Akira per il Cyberpunk o a Dragon Ball per lo Shonen. E anche per NGE rispetto agli anime di robottoni dell’epoca, cosa che non ho mai voluto negare e di cui sottilmente continuate ad accusarmi.

    Ma ciò che critico è la successiva cristallizzazione del genere a seguito di questo capostirpe e che ha colpito tutti i generi sopraelencati (il periodo Image per i supereroi, i mille cloni di Devil Man, Dragon Ball o Akira, e l’onnipresenza delle varie Asuna e Rei praticamente ovunque) ma non perché imitano i capostirpi ma perché sfruttino solo gli aspetti più superficiali e spesso solo visivi dei presunti genitori tralasciando le parti più profonde e importanti (ok, non di Dragon Ball ma ci siamo capiti) senza risvilupparle ulteriormente.
    Quel che tu chiami Leitmotiv è solo il susseguirsi degli elementi più secondari del padre fondatore, quello che io chiamo cristallizzazione.

    ———- Post added at 23:57 ———- Previous post was at 23:51 ———-

    Se vogliamo è anche uno degli aspetti per cui la psicologia dei personaggi mi appare , perchè il cambiamento effettivo nell’essere umano è spesso un privilegio (anzi, il nucleo della personalità di ognuno di noi, per quanto possa maturare resta sempre lo stesso). In questo senso però Anno e Sakamoto si contraddicono troppo se confrontiamo il End con il finale del manga. (Non vorrei spoilerare, ma sebbene siano molto simili in quello di Sakamoto c’è una piccola differenza che porta a un finale non meno , ma che ho gradito rispetto a quello di End).

    Si, le psicologie di NGE sono verosimilmente trasportate nell’anime, anche con un’attenzione ai dettagli spesso estremamente buona, ma non hanno sviluppo.
    E’ vero che il nucleo della personalità di ognuno è estremamente resistente ma questo solo in condizioni normali. Traumi e situazioni difficili (e tutti i personaggi della serie li subiscono) ti costringono a cambiare per adattarvisi, ripeto, sia in un miglioramento che in un peggioramento. E l’unico a cui succede una cosa del genere è Asuna che effettivamente a un certo punto crolla.

    Indubbiamente, anche perchè sono dell’idea che la debba essere . Di sicuro le complesse strutture neurali e muscolari degli Eva sono qualcosa più simile e conoscibile all’uomo di quanto possano essere dei grossi ingranaggi messi a casaccio in un tubo di ferro.

    Dipende, a me è sempre piaciuta l’idea di un elemento fantasy o fantascientifico messo in un contesto realistico. Con la magia in mano a pochi gruppi di persone nel mondo reale cosa succederebbe? Se i mecha potessero essere poco costosi, come cambierebbe la società? E via dicendo, e spesso le risposte possono essere molto interessanti.

    Infatti nelle serie più prettamente sci-fi si vedono più spesso mecha aracniformi, basti pensare al lavoro di Masamune Shirow :sisi:
    [SPOILER]L’ultimo caso che mi è capitato di vedere mecha aracniformi mi pare sia stato il film di To Aru Majutsu no Index[/SPOILER]

    O i robot-droni/cestini dei rifiuti della stessa serie.

    #989120
    Regola
    Membro

    Si, le psicologie di NGE sono verosimilmente trasportate nell’anime, anche con un’attenzione ai dettagli spesso estremamente buona, ma non hanno sviluppo.
    E’ vero che il nucleo della personalità di ognuno è estremamente resistente ma questo solo in condizioni normali. Traumi e situazioni difficili (e tutti i personaggi della serie li subiscono) ti costringono a cambiare per adattarvisi, ripeto, sia in un miglioramento che in un peggioramento. E l’unico a cui succede una cosa del genere è Asuna che effettivamente a un certo punto crolla.

    Qui incontriamo uno scoglio, ma nato dal fatto che consideriamo l’effetto di un trauma su una persona in due modi differenti: nel mio caso, sono stato portato a pensare che i traumi non portano a una necessità di cambiamento, ma a una regressione, ovvero al recupero di stati psichici pescati nell’esperienza passata. Ma qui rischierei di ammorbare con aspetti troppo da addetti ai lavori.

    [SPOILER]Anche perchè se usi la parola trauma a un esame, metà dei docenti del mio corso di studi ti bocciano all’istante… dannato mondo.[/SPOILER]

    Riguardo al crollo di Asuka, sebbene lineare col suo stereotipo da tsundere, per me è più legato a necessità di sceneggiatura. In un anime “normale” il protagonista sarebbe corso a salvare la bella rossa, ma in NGE questo non accade: metaforicamente, è la negazione del “tutto è bene quel che finisce bene” che un po’ caratterizza la narrativa per giovani.

    #989122
    Querion
    Membro

    Qui incontriamo uno scoglio, ma nato dal fatto che consideriamo l’effetto di un trauma su una persona in due modi differenti: nel mio caso, sono stato portato a pensare che i traumi non portano a una necessità di cambiamento, ma a una regressione, ovvero al recupero di stati psichici pescati nell’esperienza passata. Ma qui rischierei di ammorbare con aspetti troppo da addetti ai lavori.

    [SPOILER]Anche perchè se usi la parola trauma a un esame, metà dei docenti del mio corso di studi ti bocciano all’istante… dannato mondo.[/SPOILER]

    Regressione o sviluppo i personaggi rimangono statici dalle loro prime apparizioni alle ultime.
    Si salvano solo alcuni personaggi secondari che per lo più muoiono o impazziscono a seguito dell’agire di quelli più importanti.

    Riguardo al crollo di Asuka, sebbene lineare col suo stereotipo da tsundere, per me è più legato a necessità di sceneggiatura. In un anime “normale” il protagonista sarebbe corso a salvare la bella rossa, ma in NGE questo non accade: metaforicamente, è la negazione del “tutto è bene quel che finisce bene” che un po’ caratterizza la narrativa per giovani.

    Il crollo di Asuka è assolutamente mal gestito, ma almeno avviene. Ciò smuove finalmente le acque e porta avanti una trama che iniziava a ingolfarsi in maniera pietosa.
    Sulla negazione del “volemose bene” di certo NGE non è il primo. Così a freddo mi viene lo schockante (per allora) finale di Devil Man o anche varie situazioni di Seinen più recenti come Berserk.

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