Dracula, consigliato da Komixjam

di bila Commenta

Avete presente quelle idee, quelle voglie che, come tarli si insinuano nella vostra mente e non riuscite più a togliere? (no, non sto per parlarvi di Inception) A me succede spesso, di solito per qualche libro o qualche film, o, ma in maniera meno prepotente, per  qualche oggetto hi-tech. L’oggetto misterioso che ha scatenato questo mio capriccio è una graphic novel edita da Panini Comics a novembre del 2010: Dracula.

Ho più volte notato questo volume in fumetteria, senza mai confidare fino in fondo nella mia reale volontà di acquistarlo; mi sono ripetuto per un annetto: “Dracula… sarà la tipica storia trita e ritrita di vampiri che prende spunto dal romanzo di Bram Stoker”. Probabilmente se avessi ragionato con quell’impostazione mentale, oggi non sarei qui a parlarvi di questo fumetto e, di sicuro non lo avrei comprato, cosa invece fatta qualche mese fa. L’evento che ha permesso questa inversione di marcia è stato (scusate se sembrerà banale) leggere gli autori: StokerMooreReppionWorley. Alla vista dei primi due nomi è scattato qualcosa, qualcosa che mi diceva che non si trattava della solita solfa .

Da dove cominciare? Forse dal fatto che Moore non è il Moore che vi aspettate, in realtà si tratta di Leah Moore, figlia del “maestro” Alan, che qui lavora con Reppion (suo marito) per adattare e creare un omaggio alla letteratura gotica, ma non solo; Dracula è quasi un film a fumetti, e per questo bisogna rendere grazie al lavoro di Colton Worley, che collabora con i coniugi Reppion  in maniera perfetta, portando alla luce un piccolo capolavoro.

TRAMA

Scusatemi, ma davvero devo raccontarvi la trama di Dracula? Ecco appunto, mi sembra una cosa pleonastica non credete? Concordi, spero, su questa scelta, passo ad esporvi considerazioni più interessanti.

PRO & CONTRO

Pro

Sceneggiatura: è ovvio che non si tratta di una sceneggiatura originale, il più famoso vampiro al mondo alle prese con la storia che lo ha reso celebre; è ovvio anche che qualcosa Moore e Reppion devono pur aver fatto per meritarsi questa pubblicazione, oppure pensate che sia bastato il cognome Moore ad aprire ogni porta? Certo essere figli d’arte comporta non poche agevolazioni, ma allo stesso tempo espone maggiormente all’occhio della critica (non sto qui a farvi esempi lampanti dallo sport all’arte, passando per politica e quant’altro), figuriamoci poi se sei la figlia del miglior sceneggiatore  (del genere)  esistente. La stessa cosa penso sia passata anche nelle loro menti quando hanno deciso di fare questa Graphic  Novel e, forse, è proprio merito del maggior impegno (necessario) che Dracula è riuscito a piacere al pubblico. Moore e Reppion scelgono di essere fedeli il più possibile al romanzo di Bram Stoker, tanto da mantenere, salvo brevi momenti, una forma di racconto epistolare. Come per il libro, il lettore si troverà davanti agli occhi una successione di eventi, tutti categoricamente datati. Sarà proprio lo scandire del tempo a coinvolgere (a sua insaputa) il lettore. Un racconto epistolare porta, giocoforza, ad una minore scorrevolezza, ma, simultaneamente, ad una maggiore attenzione da parte del pubblico; tutto questo senza risultare, però, pesante.

Disegni: Colton Worley riesce in un compito non facile: dare nuova linfa ad una storia conosciuta in tutto il globo. Al pari della sceneggiatura, il disegno non può essere “banale”, altrimenti vanificherebbe tutto il lavoro fatto dagli scrittori, per questo la scelta dell’illustratore è ricaduta su un giovane e sul suo stile molto particolare. Sull’edizione Panini del volume possiamo trovare questa frase: “Le pennellate di Worley aggiungono un tocco evocativo”. La frase può spingere (anche leggendo le descrizioni che vengono fatte dell’albo, dai lettori sui vari forum della rete) a pensare che si tratti di un disegno dallo stile fortemente pittorico, ma (ci tengo a sottolineare che è un mio parere) credo che sia più un giusto mix tra la tecnica pittorica e fotografica. Leggendo Dracula salta agli occhi il fatto che, in molti casi , ci si trovi di fronte a veri e propri fotogrammi, mentre, in altre situazioni, i contorni perdono di definizione, acquistando quel tocco di acquerello che attira ancora di più lo spettatore.

Colori: che siano “fotogrammi” o “quadri”, questo non cambia la sostanza, e cioè che la scelta è azzeccata al 99% dei casi. I colori rendono vivide le sensazioni dei protagonisti, così un interno “inglese” saprà “cullarci” maggiormente di un “esterno” dell’Europa Orientale; per non parlare di come il fuoco e la neve sembrino davvero creare dei “rumori” a livello emotivo, disturbando e attutendo i suoni e le immagini percepite dal nostro occhio. Non c’è che dire, ottima scelta, ma soprattutto, ottima realizzazione.

Contro

Nessuno.

Pro: Sceneggiatura –  Disegni – Colori

Contro: Nessuno

Segni particolari

Una cosa che ho trovato molto interessante è stata la prima parte, cioè l’utilizzo della del capitolo introduttivo. Voglio citare le parole della prefazione a cura di Marco Ricompensa: “…La coppia fa un lavoro di ricostruzione certosino del Dracula di Stoker, recuperando anche il capitolo introduttivo ambientato a Monaco di Baviera e che vede come protagonista un Jonathan Harker di passaggio fra Londra e la Transilvania, che venne espunto dal romanzo perché considerato troppo lungo.”

Che dire se non: “leggetelo!”. Credo che faccia al caso di tutti gli amanti di letteratura (gotica e non solo) e degli amanti del genere. In più i fan del disegno pittorico e di quello fotografico” potrebbero trovare particolarmente interessante questa graphic novel ed il suo illustratore. Ovviamente va dato il merito anche alla Panini per la sua edizione a volume unico (l’originale era in 5 volumi editi dalla Dynamite) ben fatta e con  una prefazione molto interessante.

[ Fonte | Panini Comics ]

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